L’arte schiaffeggia chi inquina. Francesca Leone sorprende alla Triennale di Milano. I rifiuti prendono vita in una clamorosa denuncia

C’è una ricerca e un’evoluzione profonda nelle nuove opere di Francesca Leone, artista romana ormai apprezzatissima a livello mondiale, dopo aver esposto con sue personali da Mosca a Londra, da Santiago del Cile a Singapore e Buenos Aires. Una visione raffinata e inquieta di un mondo che continua a infierire sul suo ecosistema e l’ambiente. Un atto d’accusa, una denuncia che sta colpendo i visitatori della mostra Our Trash in corso alla Triennale di Milano. Un progetto inedito, a cui non a caso ha dato adesione la Robert F. Kennedy Human Rights Europe e la FondazioneNY. A differenza delle sue opere più note, con grandi volti e figure in movimento, in rappresentazioni che richiamano istintivamente la genialità cinematografica del padre, Sergio Leone, Francesca questa volta stupisce con 19 grate in alluminio che compongono un’unica installazione, una grande piattaforma su cui lo spettatore può camminare, osservando ed entrando in reale interazione con l’opera. L’installazione è stata realizzata con il contributo inconsapevole di centinaia di persone che hanno sparso per le strade rifiuti e oggetti; dalle fessure delle grate emergono le testimonianze del loro passaggio: mozziconi di sigarette, plastiche, sassi, carta, chiavi, rifiuti e monete sono il racconto di storie quotidiane e di un tempo fermato.

GRANDE RICERCA
Una mostra – secondo il curatore Ermanno Tedeschi – di interesse artistico, culturale e sociale totalmente nuova, un’analisi spietata dell’uomo e dei suoi comportamenti verso l’habitat che lo circonda. L’essere umano senza la natura non può esistere, il nostro dovere è rispettarla: ci sono molti modi per trasmettere questo pensiero e Francesca Leone lo fa ineccepibilmente attraverso l’arte, realizzando un’opera unica che appaga l’occhio e contemporaneamente stimola il pensiero. Our Trash propone così una riflessione sull’azione indiscriminata dell’uomo ai danni dell’ambiente, si inserisce nel dibattito sempre attuale sulla necessità di salvaguardare il pianeta, e contemporaneamente esprime, grazie all’intervento dell’artista, un carattere estetico di sicuro impatto. Un punto d’arrivo dopo un percorso partito da lontano, Our Trash è infatti il quarto ciclo del lavoro di Leone. Uno spazio aperto alle idee, dove è già arte l’uso dei materiali più diversi, spesso di scarto e di riciclo, dalla plastica alla terra, dai rami d’albero ricoperti di catrame alle colle pesanti. Rifiuti che devastano il pianeta, e che l’artista romana ricicla in un ultimo disperato impiego: avvisarci dello scempio che stiamo facendo del nostro pianeta.