Lazio, Bianchi: “Mi appello ai delusi: sarò la loro voce”

Parla la candidata del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione Lazio, Donatella Bianchi.

Lazio, Bianchi: “Mi appello ai delusi: sarò la loro voce”

Sono le ultime ore di campagna elettorale, e lei ha incontrato tantissime persone. Donatella Bianchi, candidata M5S alla Pisana, che idea si è fatta: il Lazio condizionato da decenni dai gruppi di potere di destra e di sinistra è pronto a un cambiamento così forte?
“È stata una campagna elettorale diversa da quella dei miei avversari, articolata sui territori, tra la gente, incontrando i cittadini e ascoltando le loro richieste, paure, speranze. La sanità è in crisi, la gente non riesce a curarsi e migra in altre regioni, non esiste medicina territoriale e i nostri anziani non riescono ad accedere alle cure domiciliari. Manca il lavoro, aumentano povertà e disuguaglianze, non c’è rispetto per i pendolari e si ascoltano poco i giovani, il caro vita morde le famiglie e tanti cittadini ancora aspettano di vedere le bonifiche promesse nelle zone contaminate. È evidente che serva un’aria nuova. E siamo noi”.

Questa corsa regionale, nel Lazio come in Lombardia, si è giocata molto sul tema della sanità, anche perché gran parte della spesa degli enti finisce qui. Quanto ha sentito il fiato sul collo degli interessi privati per continuare a spartirsi fette sempre più grandi della torta?
“Sulla Sanità quello che dobbiamo fare lo sappiamo perfettamente. Nel Lazio mancano 10mila medici, ma dobbiamo anche stabilizzare i precari che aspettano contratti regolari e a norma. La pandemia ha creato grande disagio soprattutto tra i giovani, per questi vogliamo istituire lo psicologo di base e vogliamo scorrere le graduatorie con gli idonei vincitori. Siamo stanchi di una sanità in cui il pubblico è suddito del privato, vogliamo che siano complementari, naturalmente con preminenza del pubblico rispetto al privato convenzionato. Dobbiamo fermare la migrazione sanitaria, investendo sulla medicina territoriale e sulle cure domiciliari per i nostri anziani. I cittadini sono stanchi di vedere Istituzioni che strizzano l’occhio alla sanità privata, che tutelano prima gli interessi dei pochi baroni delle cliniche private dimenticandosi delle persone che soffrono in attesa di cure. È straziante leggere di chi si affida al pubblico per poi essere sistematicamente tradito. Ci rendiamo conto che il 30% dell’italiani ricorre all’assicurazione per dribblare i tempi del pubblico e passare ai privati convenzionati?”.

Il Movimento Cinque Stelle sta facendo quelle politiche di welfare e ambientali che la sinistra propone in modo creativo, molto simile alla destra. Dall’inceneritore al Reddito di cittadinanza regionale, non la stupisce il muro di D’Amato?
“Non può stupirmi. Ha scelto come compagni di merende il duo Renzi-Calenda distanti anni luce dal mondo che D’amato e il Pd vorrebbero rappresentare. Come può costruire un programma realmente progressista se all’interno della sua coalizione si spazia da chi vuole abrogare il Reddito di cittadinanza con un referendum a chi vuole nuove centrali nucleari, agli ultras dell’inceneritore, ai fan delle trivelle, fino agli ambientalisti della domenica?”.

Ci sono poi i conflitti di interesse di Rocca, ex manager dei re delle cliniche Angelucci e che continua a ricoprire un ruolo nella Croce Rossa Internazionale. Per non parlare dei potenti manager sanitari che abbiamo visto sostenerlo. Questa campagna elettorale è stata ad armi pari?
“Noi vogliamo vincere e governare. E per questo mi sono candidata. Il M5S con Giuseppe Conte sta cercando nuovamente di evolvere la politica e per questo ho accettato questa sfida. Credo nella politica di prossimità, tra la gente e per la gente, ed è la stessa visione che ha Conte: il nuovo corso del Movimento. Abbiamo speso pochissimi soldi, ci siamo prevalentemente autofinanziati, abbiamo deciso di stare in mezzo alla gente lasciando cocktail e salotti a Rocca e D’Amato”.

Più che quelli di destra e sinistra, gli elettori da convincere sono quelli che non vogliono andare più a votare. Che ha da dirgli?
“Mi sono candidata per guardare proprio a loro, a chi non va a votare, a chi si astiene, ai delusi, agli arrabbiati. Noi siamo coerenti, lo siamo stati sempre. A noi non interessano poltrone o accordi vari. Ho girato la Regione da Nord a Sud per confrontarmi con le migliaia di persone che a votare non ci vogliono più andare o non ci vanno più da anni. Noi siamo l’aria nuova. E io sono la testimonianza di tutto ciò: una delusa da un certo tipo di fare politica che si candida oggi con il M5S di Giuseppe Conte per dare voce a chi voce non ha”.

Lei non ha indicato i suoi possibili assessori. Non è il momento di spoilerare?
“Sceglieremo i migliori profili, rispettando la parità di genere, dando valore alla competenza. Una cosa però le posso dire: faremo l’assessorato alle Politiche Giovanile e sceglieremo un Under 30. Perché ai giovani devono parlare i giovani, evitando il solito paternalismo degli adulti. E lo dico da mamma”.

Giuseppe Conte si è speso molto per lei e i candidati al Consiglio regionale, anche in Lombardia. Da lunedì prossimo, comunque vada, sui territori ci sarà un nuovo corso per il Movimento?
“Non smetterò mai di ringraziare Giuseppe Conte per l’affetto e il sostegno che mi ha dimostrato in questa campagna elettorale. Il nuovo corso c’è già, più vivo che mai. Conte è probabilmente l’unico leader popolare che si sta impegnando concretamente per affrontare i disagi dei cittadini, provando a dare delle risposte, dimostrando che esiste una reale alternativa progressista alla destra. E per questo va sostenuto anche da chi, come me, non ha mai fatto attivamente politica in questi anni, ma si è sempre occupata di altro”.