di Marco Castoro
Se un giorno Alessandro Proto dovesse scrivere un libro sui suoi primi quarant’anni, di sicuro sarebbe un bestseller. Ne ha già viste e fatte di tutti i colori. Un capitolo potrebbe scriverlo su quando disse di puntare alla scalata a Rcs-Corriere della Sera. Ben condido da qualche paragrafo ricco di particolari sull’acquisto delle azioni Fiat, Espresso, Tod’s e Mediaset. L’incipit del bestseller, comunque, spetterebbe a quando, in gioventù, faceva il venditore di libri per la Garzanti. Per poi raccontare di come abbia saputo far nascere in Svizzera una società di consulenza finanziaria e immobiliare. Successo che lo portò – come ha dichiarato nelle sue interviste – a essere contattato da emissari della famiglia Berlusconi per vendere una dimora a Cannes. La villa non riuscì a venderla però la vicenda si tramutò in una grande operazione di marketing, così come accadde con la vendita della casa di George Clooney.
A Proto bastava poco per finire sui giornali. Nulla da eccepire. Sono i passi successivi che lasciano a bocca aperta. Come il tentativo di acquisto del quotidiano Il Tempo prima, e del giornale Pubblico di Luca Telese poi. Per non parlare dei 150 milioni di euro messi sul piatto per prendersi La7. Tutti episodi che hanno dato modo ai media di narrare le imprese di questo giovane intermediario col pallino dell’editoria. Tra l’altro ci fu anche una polemica a distanza con Il Fatto quotidiano, del quale Proto era pronto ad acquistare delle quote messe in vendita da un socio. Tuttavia, un capitolo importante del libro dovrebbe essere dedicato all’arresto e all’esperienza in carcere a San Vittore con l’accusa di manipolazione del mercato. Di come trascorre le giornate ai domiciliari. Proto l’ha descritta così in un’intervista rilasciata a Linkiesta: “Mi ritrovai fortunatamente in un raggio particolare, il terzo, dove la carcerazione non è disumana come negli altri raggi. Peccato che il giorno dopo l’interrogatorio venni traferito a Pavia, uno dei peggiori carceri in Italia. Un’esperienza terribile, devo ringraziare il mio avvocato Francesco Rubino che mi ha tirato fuori”.
Una vita spericolata. Sempre in fermento. Spesso però grigia e con tante sfumature. Come l’ultimo caso che lo vede protagonista. Secondo Il Giornale il sensuale e controverso protagonista del bestseller 50 sfumature di grigio, Christian Grey, sarebbe stato ispirato proprio da Alessandro Proto, che l’autrice E. L. James avrebbe utilizzato come modello. Anni fa, infatti, sembra che la scrittrice inglese fosse venuta in Italia per acquistare una casa e che incontrò l’uomo d’affari che le diede l’ispirazione per il personaggio. Beh, volete sapere come l’ha presa Proto? Ha diffuso un comunicato nel quale ha sottolineato di non avere avuto proposte per partecipare al film in lavorazione, basato sul romanzo, chiarendo inoltre di non aver passato una notte con l’autrice. Però ha confermato di essere stato contattato dalla produzione per un ulteriore incontro con l’autrice e con l’attore che andrà ad interpretare il ruolo di Christian Grey. Vero o falso? Anche di questa storia resterà un’altra sfumatura di grigio. L’unica cosa che si sa è che Proto è un vero fenomeno della comunicazione. Anche perché non ha perso occasione per chiudere la querelle con la morale: “In questo momento devo pensare al processo di cui sono imputato, che è molto più importante di un film”. Che fenomeno! Ps. L’unica cosa che non farebbe è far uscire la notizia di una sua candidatura per le primarie del Pdl. Beh, sbagliando si impara. Vale anche per Proto.