Le carceri in Lombardia scoppiano

Le carceri della regione Lombardia maglia nera d'Italia. L'associazione Antigone: "Così è negata ogni dignità".

Le carceri in Lombardia scoppiano

A fronte di una capienza ufficiale di 51.249 posti, i presenti nelle carceri italiane al 30 aprile erano 56.674, con 5.425 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Per quanto riguarda il sovraffollamento la Lombardia guida la classifica delle regioni dove ci sono le condizioni più preoccupanti (151,8%), seguita da Puglia (145,7%) e Friuli Venezia Giulia (135,9%). è uno dei dati contenuti nel diciannovesimo rapporto dell’associazione Antigone intitolato “è vietata la tortura”, presentato ieri a Roma.

Le carceri della regione Lombardia maglia nera d’Italia. L’associazione Antigone: “Così è negata ogni dignità”

In Lombardia sono ben tre i singoli istituti che registrano gli indici di affollamento più alti: Milano San Vittore (185,4%), a Varese (179,2%) e Bergamo (178,8%). Tanto che in nessuno dei tre istituti visitati dai volontari della onlus è possibile garantire i tre metri quadrati calpestabili che secondo il regolamento penitenziario spetterebbe a ogni detenuto. Nel corso del 2022 Antigone ha visitato 97 dei 189 istituti di pena del nostro paese, dietro autorizzazione dell’amministrazione penitenziaria.

Il carcere milanese di San Vittore è in posizione alta anche nella classifica degli istituti di pena dove l’anno scorso si è registrato un alto numero di suicidi (quattro) appaiato alla casa circondariale di un’altra città lombarda, Pavia, dove c’è stato lo stesso numero di suicidi, e dietro solo al carcere di Foggia, dove i detenuti che si sono tolti la vita sono stati cinque. Riguardo al tema della tortura che dà il titolo al Rapporto Antigone, insieme ai casi più famosi di Santa maria Capua Vetere e di Modena, anche in Lombardia è in piedi un procedimento per presunte violenze commesse da agenti di Polizia penitenziaria a danno di un detenuto presso la Casa circondariale di Monza.

È il 6 agosto 2019 quando Antigone riceve una telefonata da parte di una persona che racconta di una violenta aggressione fisica subita dal fratello, detenuto presso la Casa circondariale di Monza, ad opera di diversi agenti di Polizia penitenziaria. I fatti sarebbero avvenuti nel corridoio della sezione. Il detenuto sarebbe stato preso a calci e pugni. Il sig. M., per i fatti in questione, subisce un provvedimento disciplinare che lo pone in isolamento. Il provvedimento viene impugnato.

Antigone deposita un esposto denunciando i fatti. Con decreto del 22 marzo 2021, il Giudice per le indagini preliminari dispone l’archiviazione della parte del procedimento relativa all’ipotesi di tortura. Nell’udienza del 21 maggio 2021, Antigone si costituisce parte civile. Nel luglio 2021 il Gup dispone il rinvio a giudizio di tre agenti di Polizia penitenziaria ed un Ispettore Capo per il reato di lesioni aggravate; due degli agenti di Polizia penitenziaria e l’Ispettore capo anche per il reato di falsità ideologica e di falsità materiale e di calunnia; uno degli agenti di Polizia penitenziaria anche per il reato di violenza privata.

Viene disposto il rinvio a giudizio anche per il Commissario Capo per i reati di falsità ideologica e di falsità materiale e di calunnia e omessa denuncia di reato. Tutti e cinque gli imputati vengono rinviati a giudizio anche per il reato di abuso di ufficio. Nelle udienze di dibattimento vengono sentiti diversi testimoni, fra i quali anche Patrizio Gonnella, e vengono visionate le immagini video relative agli avvenimenti. Il processo si trova attualmente nella fase dibattimentale davanti al Tribunale di Monza. I detenuti stranieri, che nelle carceri italiane sono 17.723, il 31,3% dei presenti (una percentuale pari allo 0,34% degli stranieri soggiornanti in Italia), infine, in Lombardia rappresentano il 46,2% della popolazione carceraria.

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