Le E-cig e il capriccio sulle tasse

Di Dagoreport per Dagospia

La riforma della tassazione delle sigarette è una priorità, e questo è chiaro a tutti. Nel 2013 per la prima volta lo Stato ha incassato meno dell’anno prima, perdendo in totale oltre 600 milioni di euro. Un tracollo che fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile, ma che è reso attuale da un sistema fiscale anomalo (quello italiano ça va sans dire) che, unico in Europa, privilegia le sigarette a basso costo.

Dopo una lunghissima gestazione, figlia del tradizionale compromesso italico tra i produttori, bonariamente invitati da papà Stato a mettersi d’accordo come due pargoli scontrosi, sembrava quasi un miracolo che la quadra del cerchio fosse vicina, con il decreto legislativo sui tabacchi atteso in Consiglio dei Ministri per luglio e pronto a partire prima dell’estate.

E infatti ecco puntuale il nuovo stop. Perché anche i produttori di sigarette elettroniche, avendo ben imparato dai fratelli maggiori, adesso vogliono la loro parte.

Pare che la causa di questo nuovo rinvio sia proprio la tassazione sul fumo elettronico, che secondo i lavoratori del settore stroncherebbe un mercato che fino a ieri viveva una meravigliosa crescita e che invece, a causa delle attenzioni dello Stato, rischia il tracollo.

Quello che non dicono i produttori di sigarette elettroniche, quando parlano di un aumento della tassazione del 480%, è che in realtà oggi le e-cigs, le tasse non le pagano affatto. Il contributo al gettito di un prodotto che da dipendenza e che nell’ultimo anno e mezzo ha visto un boom di vendite senza precedenti, è zero.

Non sarà forse il caso di lasciare che i capricci facciano il loro corso, che il bambino smaltisca la sua crisi di pianto e poi torni a ragionare lucidamente sul fatto che le regole (e le tasse) esistono per tutti?

pubblichiamo la precisazione del presidente di Anafe Confindustria, Massimliano Mancini, inviata a Dagospia in merito al presente articolo

“Caro Dago,
scrivi che i produttori di sigarette elettroniche stanno frenando il dlgs tabacchi, che paghiamo “zero tasse” e che non ci stiamo a pagare. Perdonaci ma stavolta hai avuto pessime fonti, non informate o in malafede.

PRIMO: i produttori non hanno mai spinto per alcun rinvio, anzi. Abbiamo chiesto, pubblicamente, a voce e per iscritto al Governo di accelerare il dlgs tabacchi proprio perché l’incertezza normativa fa male alle aziende.

SECONDO: le tasse le aziende le paghiamo eccome, ma siamo stati costretti ad un contenzioso normativo che ha spinto il TAR a sospendere (con conferma del Consiglio Stato) la norma in vigore che equipara e-cig e tabacco (caso unico al mondo), definendola “irragionevole” e rinviando gli atti alla Corte Costituzionale.

TERZO: Non è vero che le aziende non vogliano pagare. Da un anno presentiamo proposte alternative di tassazione che impatterebbero comunque in maniera pesante ma sostenibile, e nei tuoi archivi di tracce ne troverai. Ma sono sempre rimaste inascoltate nei fatti. Secondo te che dovrebbero fare le aziende di fronte ad una norma che porterebbe ad aumenti del 480% dei prezzi dopo che quella che li aumentava “solo” del 240% (oltretutto anche su cose tipo custodie, batterie e cavi USB) è stata dichiarata illegittima da ogni tribunale che l’ha valutata ed è anche in serio odore di incostituzionalità?

Si vogliono tassare le sigarette elettroniche? E sia, non lo fa nessuno in Europa ma siamo in Italia… Lo si faccia però dopo un lavoro serio di analisi d’impatto di regolazione e tassazione, studiando prodotto e filiera, e poi si prenda una decisione. Si è invece perso un anno inutilmente (volontariamente?), facendo male al mercato, alle casse dello Stato ed anche alla salute delle persone. Ora il Governo e il Parlamento possono rimediare ad errori del passato compiuti da altri. Si spera lo facciano immediatamente.

Poi se un giorno vuoi sentire la strategia di lobbying e i mezzi usati da alcuni per semplicemente distruggere questo settore, siamo a disposizione. Crediamo la troveresti interessante.

Grazie dell’attenzione.

Massimiliano Mancini
Presidente, Anafe Confindustria

PS: La fonte amica racconta che “Nel 2013 per la prima volta lo Stato ha incassato meno dell’anno prima, perdendo in totale oltre 600 milioni di euro”. Come mai però non spiega come al crollo del 50% del mercato e-cig non sia corrisposto un equivalente aumento di entrate?”