Le guerre intestine del Pd. A Viterbo è tornato il Kgb

di Andrea Koveos

Un dossier tiene tutti sotto scacco. Lo sanno bene a Viterbo dove la battaglia tra le varie anime del Pd si combatte anche a colpi di fascicoli con informazioni personali riservate in grado di distruggere una carriera. Questioni locali, certo. Spartizioni di potere territoriali che, comunque, coinvolgono politici, forze dell’ordine, professionisti, imprenditori, giornalisti.  Storie provinciali, che si ripetono dappertutto e in ogni partito. Nel caso viterbese, però, ci sono di mezzo due importanti esponenti del centrosinistra come Ugo Sposetti e Giuseppe Fioroni. Il primo legato all’area dalemiana e il secondo ex dc. Rivali a tal punto che ormai non si parlano nemmeno più. Chi la spunterà? Per ora Sposetti, che però per usare un termine calcistico ha segnato un gol con la mano. Una partita importante quella della Tuscia che determinerà gli stessi equilibri nazionali.  Viterbo, dunque, ombelico della sinistra, quella più agguerrita che non risparmia colpi bassi ai cosiddetti rivali interni. Una lotta intestina raccontata nei particolari dalla testata Viterbo Post. Per ogni avversario scomodo, dunque, c’è un dossier che lo può togliere di torno. Lo ha accertato la stessa Procura di Viterbo che nell’inchiesta su una presunta attività illecita che coinvolge gran parte della Viterbo che conta, descrive un vero e proprio sistema criminale capace di produrre documenti compromettenti (poca importanza ha se vere o false) su politici di grido.
Ci sarebbe un dossier su Luigi Lusi, ovviamente, ma anche una macchina del fango contro Fioroni, l’ex ministro dell’Istruzione. Cosa c’entra Ugo Sposetti in tutto questo? Il senatore Pd (ex capogruppo al Comune di Viterbo) è finito nell’ informativa della Procura che accerta abbia avuto rapporti con il giornalista Paolo Gianlorenzo indagato per concorso in estorsione in cui è coinvolta anche l’ex assessore regionale all’agricoltura Angela Birindelli.
Un’indagine, certamente, non equivale a una condanna e le prove si formano solo in tribunale. Sta di fatto che  secondo la nota del vicequestore della Polstrada Federico Zaccaria nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Massimiliano Siddi. È stato accertato che Gianlorenzo “intrattiene rapporti con il senatore Ugo Sposetti: in particolare, in alcune telefonate si apprende che l’onorevole è in possesso di un dossier che riguarda la vicenda Lusi del partito della Margherita”. Ma l’ex tesoriere non è l’unico finito nel mirino di Sposetti. E qui che viene tirato in ballo Fioroni sul quale, secondo alcune ricostruzioni, sarebbe pronto un fascicolo scottante pronto per essere pubblicato. Far fuori l’ex ministro è uno dei tanti esempi di quella strategia perversa che punta a denigrare l’avversario più che sconfiggerlo con programmi e idee. Sposetti però non ci sta a essere coinvolto in un’indagine che vede indagato un giornalista. Le carte su Lusi? – ha detto a Viterbo Post – Io non le ho, non le ho mai avute e quindi non le ho date a nessuno. Essere stato citato in questa storia – prosegue – mi ha dato molto fastidio, perché non è vero proprio niente. E anzi annuncia querele a raffica. Va precisato che il senatore non è indagato, non ha commesso alcun reato. Ma la questione politica è aperta: è quantomeno stravagante che l’esponente dalemiano intrattenga rapporti confidenziali con un giornalista ritenuto vicino al centrodestra. In ogni caso, nella corsa alla poltrone di segretario del Pd, la guerra sulle preferenza si gioca prima di tutto nelle province e come dimostra in caso viterbese Sposetti contro Fioroni (e contro tutti) non ci sono esclusione di colpi.