Le vittime di Dacca mutilate e uccise lentamente dal Califfato. Nessun colpo di grazia, i terroristi hanno infierito anche sui nove italiani

Una morte lenta, sofferente, quella dei nove italiani uccisi a Dacca in Bangladesh da un commando di fanatici islamici. L’autopsia, eseguita al Policlinico Gemelli, ha evidenziato che i terroristi hanno infierito sui corpi degli italiani mutilandoli in varie parti del corpo con armi da taglio. Su alcuni corpi sono stati rinvenute anche tracce di esplosivo e segni di proiettili. Nessun colpo di grazia per le vittime italiane Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D’Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D’Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti. Conclusi gli accertamenti medico-legali, la procura di Roma ha firmato il nulla osta per la restituzione dei corpi alle famiglie.  Gli accertamenti eseguiti dall’equipe guidata da Vincenzo Pascali e Antonio Oliva del Policlinico Gemelli comprovano che i terroristi hanno infierito sulle loro vittime.

NUOVE MINACCE – Il Califfato, intanto, è tornato a minacciare il Bangladesh dopo la strage della settimana scorsa  nel ristorante Holey Artisan Bakery a Dacca. I miliziani hanno pubblicato sui social media vicini allo Stato Islamico un video messaggio, presumibilmente proveniente da Raqqa, nel quale tre jihadisti del Daesh di origine bengalese non identificati criticano il governo del paese asiatico e affermano che l’azione a Dacca è stata una rivincita per i crimini contro i musulmani. I terroristi hanno inoltre promesso che non si fermeranno.