Leadership offuscata. Adesso Renzi può finire in panchina. E Grasso prende quota per sostituirlo dopo l’estate

Sono uno sbiadito ricordo i tempi in cui il premier, Matteo Renzi, si aggirava sicuro tra i palazzi della politica italiana ed europea ostentando decisionismo, sicurezza e presentando ricette per uscire dalla palude. Eppure di tempo ne è passato poco. Solo un anno fa splendeva il sole nel periodo migliore del renzismo forte del consenso popolare ottenuto alle elezioni europee. Un ricordo, appunto, visto che nell’ultimo mese le apparizioni del presidente del Consiglio si possono contare sulle dita di una mano. E di quell’entusiasmo resta ben poco. Il Matteo Renzi della torrida estate romana di questi giorni sembra aver perso molte delle certezze che fino a qualche tempo fa erano una peculiarità assoluta.

LE PREOCCUPAZIONI
Sono tanti i problemi che agitano il premier. Dal problema irrisolto dell’immigrazione, visto che in Europa il peso specifico di Renzi sta risultando molto basso, a quelli legati alle fibrillazioni in casa Partito democratico, con le riforme appese ad un filo e a una maggioranza di pochi senatori a Palazzo Madama. In casa dem si temono nuove scissioni dopo gli addii di Pippo Civati e Stefano Fassina. Oltre ai tanti problemi sui territori: dalla Campania (caso De Luca) alla Calabria (Giunta Pd indagata), per finire con il bubbone legato a Roma e al fuoco sul sindaco Ignazio Marino. Senza dimenticare, per quel che possono contare, gli ultimi sondaggi che vedono la popolarità del premier ai minimi da quando ha preso la guida del Partito democratico.

IL VERO DATO CHE CONTA
Un passaggio chiave sarà la diffusione, nei primi giorni di agosto, dei dati relativi al Prodotto interno lordo. L’unico dato che conta davvero. Più che i numeri sull’occupazione che fanno registrare balzelli diversi ogni mese e a seconda di chi li tira fuori. Sul Pil, che attualmente fa segnare lo 0,3%, si gioca la credibilità e il futuro del governo Renzi. Col presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che secondo fonti di Palazzo starebbe già lavorando all’ipotesi Pietro Grasso per scongiurare le urne.