Legge elettorale, giallo sugli emendamenti

dalla Redazione

La notizia si ra sparsa immediatamente: Partito democratico e Forza Italia hanno ritirato ufficialmente gli emendamenti alla legge elettorale. L’annuncio sarebbe stato dato dal presidente della Commissione Affari Costituzionali, Francesco Paolo Sisto, nel suo “speech” sugli emendamenti ammessi. Al netto delle proposte di modifica ritirate e di quelle dichiarate inammissibili ne restano in campo ancora 250. “Noi democratici – ha detto Simona Bonafè (Pd) – abbiamo ritirato gran parte degli emendamenti perché vogliamo fare un lavoro di squadra ed evitare di fornire alibi a chi invece su questa legge elettorale non vuole andare avanti”. Dopo l’avvicinamento di ieri pomeriggio e la rottura notturna, ora i due partiti più rappresentativi cercano disperatamente un’intesa. Sul tappeto il premio di maggioranza al 38% e la soglia di sbarramento al 5%.

Ma è lo stesso Sisto a creare quello che si appalesa come un vero e propri “giallo” politico odierno: “Allo stato solo il Pd ha ritirato i propri emendamenti, non Forza Italia; nulla esclude che altri gruppi potranno ritirarli”, ha detto il presidente della Commissione Affari costituzionali e relatore alla riforma elettorale al termine dei lavori della Commissione, precisando quanto avvenuto stamattina. E pure il Pd, che li ha ritirati, ne ha mantenuti alcuni: ha infatti confermato i tre relativi all’innalzamento della soglia di sbarramento per accedere al premio di maggioranza dal 35 al 38%, alle primarie facoltative e alla delega al governo per la ridisegnazione dei collegi. Forza Italia, invece, ha mantenuto tutti gli emendamenti depositati. Allo stato, dunque, l’unico gruppo che in commissione Affari costituzionali della Camera ha ritirato gli emendamenti depositati è il Pd.

Gli emendamenti ammessi e rimasti dunque suk tavolo sono circa 250. A breve si riunirà la conferenza dei capigruppo per stabilire se sarà necessaria una nuova definizione del calendario, in quanto a questo punto appare difficile che il testo della riforma elettorale possa essere licenziato in tempo dalla Commissione per il 29, domani, quando e’ previsto l’approdo in Aula.