Legge sul Fine vita. Dopo il Veneto ci prova la Lombardia

L’associazione Luca Coscioni ha depositato al Consiglio regionale della Lombardia 8.181 firme per portare in Aula la proposta di legge sul fine vita.

Legge sul Fine vita. Dopo il Veneto ci prova la Lombardia

L’associazione Luca Coscioni ha depositato ieri mattina al Consiglio regionale della Lombardia le 8.181 firme raccolte per portare in Aula la proposta di legge sul fine vita, già bocciata in Veneto, per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria. Dopo la verifica della validità della firme sarà l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale a esprimersi sull’ammissibilità o meno della proposta di legge, ma potrebbe delegare la scelta anche direttamente all’assemblea. Come ha spiegato il tesoriere dell’associazione Marco Cappato, la proposta di legge è già stata dichiarata ammissibile dai Consigli regionali di Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Abruzzo.

L’associazione Luca Coscioni ha depositato al Consiglio regionale della Lombardia 8.181 firme per portare in Aula la proposta di legge sul fine vita

“In Italia è già un diritto essere aiutati a morire in determinate condizioni. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza dj Fabo. Questa legge regionale”, ha detto Cappato, “chiede semplicemente che ci siano tempi certi per rispondere alle persone che chiedono di essere aiutate a morire, per evitare che si tenga per mesi o per anni una persona affetta da sofferenze insopportabili senza nemmeno dare una risposta. Questa è competenza del servizio sanitario e quindi della Regione”. La proposta, arrivata al vaglio dell’Aula in Veneto, è stata bocciata “per un equivoco voluto o per una menzogna” secondo Cappato: “Nessuno ha la pretesa che gli altri siano d’accordo con questa proposta, ma almeno la dignità dell’assumersi la responsabilità delle proprie convinzioni e scelte credo sia il minimo che possiamo chiedere al Consiglio regionale. Non farlo – ha concluso – non toglie credibilità a noi o all’associazione Coscioni, ma alle istituzioni e alla democrazia”.

Il prossimo step è il giudizio di ammissibilità già superato in altre quattro Regioni

Al presidio di ieri mattina davanti al Pirellone hanno partecipato, tra gli altri, anche le consigliere regionali del Pd Carmela Rozza e Paola Bocci, il capogruppo del M5s Lombardia Nicola Di Marco, la capogruppo di Azione-Italia Viva Lisa Noja e Michele Foggetta di Avs. “Ancora una volta”, dice Di Marco, “i cittadini hanno dimostrato la loro voglia di partecipare. In pochissime settimane sono state raccolte le oltre ottomila firme necessarie. Adesso che il centrodestra non si azzardi a fare con questa proposta di legge quello che ha fatto con il referendum sulla sanità, bocciato ancora prima di poter entrare nel merito”.

Per il portavoce dei 5 Stelle, “i cittadini hanno il diritto di esprimersi. Hanno il diritto di portare all’interno delle Aule istituzionali la loro voce e hanno il diritto di veder discussa, e speriamo approvata, una legge come questa, che tratta un tema in merito al quale troppo a lungo la politica ha nascosto la testa sotto la sabbia”. “Non si azzardino ad affossarla ancor prima di aprire la discussione”, aggiunge Di Marco, “abbiamo visto quanto successo in Veneto nei giorni scorsi. Qui in Lombardia le posizioni di chiusura sono ancora più forti, ma il M5S è pronto a fare la propria parte affinché questa, che ricordiamolo, non è solo una battaglia di civiltà ma anche di diritto, possa raggiungere il risultato di consentire a chi soffre di avere risposte in tempi certi, in merito alla propria condizione, così come stabilito dalla Corte Costituzionale”.

Per il capogruppo M5S Di Marco i cittadini hanno dimostrato larga partecipazione: “Le destre dovranno tenerne conto”

“Ringrazio Marco Cappato e i promotori della raccolta firme per la campagna “liberi subito” a sostegno della proposta di legge regionale sul fine vita”, interviene il capogruppo Pd Pierfrancesco Majorino, “è un’iniziativa molto importante e utile che personalmente credo vada appoggiata. In Lombardia non va fatto l’errore compiuto dal Consiglio regionale del Veneto. Mi auguro ci possa essere una forte convergenza tra tutti i gruppi politici e che non si ripeta quel che è accaduto sul referendum sanitario, dove un blitz della maggioranza di destra ha impedito che si iniziasse anche solo a discuterne”. Il capogruppo di FdI Christian Garavaglia, ha anticipato che il suo partito “leggerà e valuterà il testo depositato,, ma se questo prevederà forme di suicidio assistito saremo sicuramente molto critici”.