Letta si gioca l’ultima carta

Letta e Renzi cercano di aggirare l’impasse di governo seguito al loro incontri di stamani: il presidente del Consiglio presenta “Impegno Italia”, proposta di patto di coalizione tra i partiti che sostengono il governo. E su Twitter Palazzo Chigi pubblica il logo di Impegno Italia.

Dopo il faccia a faccia, Matteo Renzi ha riunito nella sede del Pd i fedelissimi e poi ha annunciato che domani nel corso della direzione Pd esporrà chiaramente la propria posizione. E in un twitter annuncia la sfida di domani: “Leggo tante ricostruzioni sul Governo. Quello che devo dire, lo dirò domani alle 15 in direzione. In streaming, a viso aperto”. Ma Napolitano dal Portogallo chiude alle elezioni anticipate.  “Il voto? Sciocchezze”, ha detto Re Giorgio.

Sul sostegno a un eventuale esecutivo a guida Renzi, prende tempo Alfano: “Se il “se” eventualmente sarà tolto nelle prossime ore rifletteremo. Noi non diamo nulla per scontato”. Il vicepremier non arriva a escludere l’ipotesi del cambio della guardia: «Noi chiediamo, chiunque sarà il presidente del Consiglio – sottolinea Alfano – di concordare con precisione contenuti e programma. Chiederemo la rappresentanza del nostro programma per poter valutare ogni ipotesi e la nostra posizione».

Nella conferenza stampa Enrico Letta ha presentato “Impegno Italia” che resta l’ultima spiaggia per salvare il suo governo, che – ha ribadito il premier – è nato in Parlamento e dovrebbe essere lo stesso Parlamento a decidere se e quando staccare la spina.

“Da quando ho accettato l’incarico vivo ogni giorno come fosse l’ultimo”, ha detto Letta, mandando una frecciata a Renzi, restituendogli la metafora delle carte scoperte: «Le dimissioni non si danno per dicerie e giochi di palazzo. Chi vuole venire al mio posto deve dire cosa vuole fare. Si gioca a carte scoperte».

«Ho sentito parlare già di liste di ministri – ha commentato Letta – ma io sono al governo e sono abituato a partire dalle cose da fare». E tra queste, ha ricordato, ci sono il completamento delle riforme e il rilancio dell’economia, di cui «Impegno Italia» è una parte fondamentale. A questo si lega strettamente il tema della durata dell’esecutivo, che fino a questa mattina sembrava più che mai traballante: «Credo che la data del termine di Impegno Italia sia legata al completamento delle riforme – ha puntualizzato Letta -. Quando saremo in grado di fare una legge elettorale, quando saranno riformati il Senato e il titolo V della Costituzione, allora sarà terminato il lavoro».

Dopo che Alfano si appresta a fare un’altra toccata e fuga, alla fine a Letta l’alleato più fedele resta lo spread. L’unico che non l’ha mollato.