Esce domani il libro di Di Maio. L’anticipazione: “Conte caduto per una escalation ben orchestrata da Renzi”. Salvini temeva che diventasse il Macron italiano

Sarà disponibile in libreria e online dal 26 ottobre il libro di Luigi Di Maio dal titolo "Un amore chiamato politica" edito da Piemme.

Esce domani il libro di Di Maio. L’anticipazione: “Conte caduto per una escalation ben orchestrata da Renzi”. Salvini temeva che diventasse il Macron italiano

“Dopo quasi dieci lunghissimi anni, vissuti con la massima intensità, ho deciso di scrivere il mio primo libro.
In queste pagine spero di riuscire a trasmettervi con chiarezza il mio punto di vista, raccontando dettagli inediti degli eventi che hanno segnato la storia politica del nostro Paese nell’ultimo decennio”. Lo annuncia il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, con un post sulla sua pagina Facebook. “Ci sarà tanto di me – aggiunge l’esponente M5S -, della mia storia, ma anche dell’evoluzione del MoVimento, delle dinamiche di governo. Ma non voglio anticiparvi altro. Martedì prossimo, il 26 ottobre, sarà in libreria”.

“Il Conte II – narra Di Maio in un estratto del libro ‘Un amore chiamato politica edito da Piemme e anticipato dal Corriere – è caduto per una escalation ben orchestrata da Matteo Renzi, il che è ormai di dominio pubblico, ma non ho mai compreso perché per qualcuno fosse più sano governare con i cosiddetti ‘responsabili’ (da Clemente Mastella a Luigi Vitali di Forza Italia, colui che in prima persona lavorò alla depenalizzazione del reato di falso in bilancio e a una lunga serie di condoni, fino a diventare poi il sottosegretario alla Giustizia nel governo Berlusconi II) piuttosto che lavorare a un consolidamento della stessa maggioranza, che avrebbe invece permesso al Movimento di continuare a esercitare una leadership all’interno dell’esecutivo. E a Giuseppe Conte, di restare a Palazzo Chigi”.

“Il governo di unità nazionale – aggiunge Di Maio in un altro passaggio del suo libero – è stata la conseguenza di un’implosione politica che il Paese, in uno dei momenti più drammatici della sua storia, non avrebbe mai potuto sopportare. Decidere di starne fuori avrebbe lasciato mano libera ai nostri detrattori per cancellare tutto il lavoro svolto nei due anni precedenti. Dopo aver celebrato per mesi e mesi l’importanza di esserci, di governare, di incidere per il bene dei cittadini, a costo di compromettere anche il nostro consenso, perché d’improvviso avremmo dovuto cambiare strada?”.

“Malgrado alcuni errori – scrive ancora il ministro degli Esteri -, il Movimento 5 Stelle ha avuto molti meriti in questi anni, primo fra tutti quello Di restituire umanità e dignità a un sistema che aveva perduto il senso della realtà. Oggi, conservando il nostro sostegno a questo governo, lo stiamo dimostrando. Non mi ha mai appassionato questa polemica interna tra lealisti e antigovernisti, qui non si tratta Di essere leali a una maggioranza o a un presidente, ma alla Nazione”.

“Matteo, sei sicuro? Non è che poi questo ci diventa il Macron italiano?”. “Ma figurati!”, ribatté Salvini. In effetti di tutto avremmo potuto immaginare in quel frangente, fuorché l’ascesa che avrebbe poi compiuto Conte”. Così Di Maio, in un altro passaggio del suo libro anticipato dal Fatto Quotidiano ricorda i retroscena della decisione di indicare Giuseppe Conte come presidente del Consiglio.