Sui licenziamenti soli contro tutti. Grave errore togliere il blocco. Parla la deputata M5S, Pallini: “La Cig doveva essere obbligatoria e non raccomandata”

L'accordo avrebbe dovuto obbligare le aziende a utilizzare gli ammortizzatori sociali prima di licenziare, non limitarsi a "impegnarle".

Sui licenziamenti soli contro tutti. Grave errore togliere il blocco. Parla la deputata M5S, Pallini: “La Cig doveva essere obbligatoria e non raccomandata”

Maria Pallini, deputata M5S della commissione Lavoro, è di ieri l’ennesima notizia di un centinaio di persone che rischiano il posto di lavoro (leggi l’articolo). Le aziende stanno disattendo l’intesa raggiunta da Draghi dopo aver sbloccato i licenziamenti. Era meglio stabilire una proroga generalizzata per tutti i settori, come peraltro chiedevate anche voi?
“Quell’accordo avrebbe dovuto obbligare le aziende a utilizzare gli ammortizzatori sociali prima di licenziare, non limitarsi a ‘impegnarle’. Noi avevamo proposto una breve proroga del blocco accompagnata da quella della Cig gratuita, ma in maggioranza, eccezion fatta per LeU, ci siamo ritrovati soli a combattere questa battaglia. Quello che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti e si unisce alla sfacciataggine di alcune multinazionali che, malgrado non siano in crisi, in un momento simile stanno mettendo in mezzo alla strada centinaia di lavoratori per ragioni di mero profitto. Urge un giro di vite in tal senso: la nostra viceministra al Mise, Alessandra Todde, ci sta lavorando alacremente e sono certa che presto arriveranno risposte puntuali”.

Il governo ha avuto molta fretta nel portare a casa il ddl penale a scapito delle altre riforme attese. Si attendeva quella degli ammortizzatori sociali, per esempio.
“Il ministro Orlando aveva promesso di portare la riforma degli ammortizzatori in Cdm entro luglio, anche e soprattutto per fronteggiare i rischi connessi alla fine del blocco dei licenziamenti. Questo non solo non è avvenuto, circostanza che ci preoccupa molto, ma non sono neanche state fornite spiegazioni al riguardo. Ad oggi inoltre, pur avendolo più volte richiesto, non abbiamo mai visto il testo a cui il ministero sta lavorando. Alla ripresa dei lavori il ministro dovrebbe venire a illustrare la riforma in commissione: ci aspettiamo un cambio di passo da parte sua”.

Martedì l’ennesima tragica morte sul lavoro. Una donna di 40 anni a Modena ha perso la vita inghiottita da un grosso macchinario.
“Anche in questo caso i ritardi sono evidenti. Domani Orlando e Speranza incontreranno le parti sociali per parlare di sicurezza sul lavoro ma questa è un’emergenza nazionale e il confronto sarebbe dovuto avvenire mesi fa. Come M5S, abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo di maggioranza che, sotto la regia del premier Draghi, giunga subito a soluzioni concrete. Le nostre proposte sono chiare e vanno dal significativo aumento delle risorse economiche Inail da destinare alla sicurezza, che serviranno alle imprese anche per favorire il rinnovo dei macchinari e incentivare le iniziative di formazione, al rafforzamento della vigilanza fino all’istituzione di sistemi di premialità per le aziende virtuose”.

Continua senza tregua la guerra dichiarata al Reddito di Cittadinanza. Come rispondete a questi attacchi?
“Lascio che a parlare siano i numeri. Durante la pandemia, il Rdc ha protetto 3,7 milioni di individui, di cui 1,3 milioni di minori e 450mila persone con disabilità. È evidente che i vari Salvini, Meloni e Renzi, uno che sostiene che la gente deve soffrire, non sanno di cosa parlano. Le loro sono chiacchiere da bar buone per raccattare qualche like in più sui social. Continuino pure a pensare a questo mentre noi lavoriamo per i cittadini”.

E come giustificare dati che indicano che solo un comune su 3 ha attivato Puc e che le Regioni non hanno proceduto con le assunzioni nei centri per l’impiego?
“Non vi è alcuna giustificazione possibile per questi negligenti ritardi. A due anni dall’entrata in vigore della legge istitutiva del Rdc, che prevede un Piano straordinario di potenziamento dei Centri per l’impiego e delle politiche attive, al 31 marzo scorso nei Cpi di dieci Regioni – 8 governate dal Centrodestra e due dal Pd – non erano ancora stati assunti nuovi operatori. Anche in questo caso i numeri non lasciano spazio a interpretazioni. È arrivato il momento che tutti, a tutti i livelli, si rimbocchino le maniche e facciano il loro dovere invece di perdere tempo in chiacchiere inutili”.

È iniziato l’iter della revisione del lavoro agile, in commissione Lavoro alla Camera. Lei è la relatrice. Come intenderà muoversi sulla materia?
“Ci sono in tutto 8 proposte di legge, di maggioranza e opposizione, con alcuni punti comuni come quello di disciplinare il diritto alla disconnessione, su cui il M5S ha già ottenuto un primo risultato in uno degli ultimi decreti approvati. Vogliamo approfondire alcune tematiche che vanno dall’orario settimanale ai permessi e alle ferie, fino ai diritti del lavoratore alla sicurezza nel luogo in cui svolge l’attività. Prossimamente inizieremo un breve ciclo di audizioni, poi verrà fatta una sintesi tra le pdl. L’obiettivo è portare un testo unico in Aula il prima possibile. Il lavoro agile, con la sua ampia diffusione nel periodo della pandemia, necessita di essere messo finalmente a regime”.

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