L’inchiesta sull’acqua inquinata fa paura a Napoli. Politico tenta di far sequestrare l’Espresso

di Fabio Bianchi

Il giornalismo d’inchiesta in Italia fa paura. L’Espresso non ha fatto in tempo ad annunciare un servizio sull’inquinamento dell’acqua a Napoli che un consigliere regionale della Campania, Corrado Gabriele, si è affrettato a preannunciare l’intenzione di chiedere alla magistratura il sequestro delle copie del settimanale, questa mattina in edicola. L’Espresso dà notizia di un rapporto su risultati inediti e sconvolgenti di una ricerca richiesta dal comando americano di Napoli, eseguìta da su campioni di acqua, cibo, terreni e fumi raccolti dal 2009 al 2011 in un’area di oltre mille chilometri quadrati, costata 30 milioni di dollari, trasmessa da mesi alle autorità italiane e mai resa pubblica. “Bevi Napoli e poi muori” è la copertina del settimanale. Non è servito altro al consigliere campano del Pse, Corrado Gabriele, per intervenire e agitare lo spettro del procurato allarme. Il politico ha subito annunciato di voler presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Napoli, per chiedere ‘’di accertare se non sia il caso di verificare gli estremi della violazione dell’articolo 658 del Codice Penale e vietare l’uscita in edicola di domani delle copie’’ de L’Espresso. Tutto dopo il solo lancio dell’Ansa con cui veniva annunciata l’inchiesta realizzata dal settimanale, con la copertina “Bevi Napoli e poi muori, Acqua contaminata ovunque… Nessuna zona è sicura”. Gabriele non sembra preoccupato del risultato delle analisi commissionate dagli americani, delle possibili ripercussioni sulla salute dei campani, ma appare terrorizzato dai riflessi che potrà avere il servizio giornalistico. Il consigliere ha parlato di “danno all’economia campana” e soprattutto di “danno psicologico per milioni di cittadini napoletani e campani che oltre a subire le conseguenze dei rifiuti seppelliti in Campania devono vivere nel terrore di utilizzare l’acqua e i prodotti agricoli della nostra terra”. La copertina de L’Espresso, per Gabriele, ‘“è offensiva e andrebbe censurata’’. Di più: per il politico i lettori della rivista dovrebbero “ boicottare la vendita la vendita delle copie dell’Espresso in edicola questa settimana’’. “E’ assurdo – ha sostenuto il consigliere regionale – che si faccia una campagna contro l’immagine della nostra città… nel mondo: propongo a tutti i lettori abituali de l’Espresso di destinare il prezzo di copertina agli aiuti umanitari che l’Ong Save The Children sta promuovendo per i bambini delle Filippine rimasti senza casa e senza famiglia inviando sms al 45509”. Gabriele ha infine annunciato che un’iniziativa analoga alla sua “sarà presentata a Roma dal capogruppo dei Socialisti alla Camera, l’onorevole Marco Di Lello’’, assicurando che lui invece si recherà al Palazzo di Giustizia di Napoli per presentare l’esposto. Immediata la replica delle direzione del settimanale: “Pensiamo che far finta di niente, prendersela con chi fa informazione invece che con chi dovrebbe impedire il traffico di rifiuti tossici gestito dalla criminalità organizzata può solo peggiorare la vita di chi vive in quelle zone e da anni sopporta le terribili conseguenze dell’inquinamento”. Del resto non è una novità che tutti criticano in Italia i giornalisti perché non fanno inchieste, salvo poi, quando ne spunta fuori una, attaccare il lavoro degli stessi giornalisti anziché preoccuparsi di arrivare a risposte certe sui problemi che hanno sollevato.