L’indice di povertà sale ancora, ai massimi da inizio anno

L'indice di povertà Misery Index di Confcommercio fa registrare un nuovo aumento: il disagio sociale ed economico tocca i massiimi del 2025.

L’indice di povertà sale ancora, ai massimi da inizio anno

L’inflazione cresce, la disoccupazione non scende e così aumenta l’indice di povertà in Italia. L’allarme viene lanciato dal Centro studi di Confcommercio attraverso le stime di giugno 2025 del Misery Index: il valore sale a 10,8, in crescita di quattro decimi rispetto a maggio. E, soprattutto, si tratta dei livelli massimi dell’ultimo anno.

Sale l’indice di povertà: ai massimi nel 2025

Il dato deriva da un aumento dell’inflazione per i beni e i servizi ad alta frequenza d’acquisto (2,1%), a fronte di una stabilizzazione della disoccupazione estesa al 7,3%. Considerando che non si attendono modifiche nei prossimi mesi su entrambi i fronti, “l’area del disagio sociale dovrebbe permanere anche in estate sui valori attuali”. Ma si teme qualche peggioramento in autunno, anche a causa del “persistere di molteplici elementi d’incertezza a livello internazionale” e delle “difficoltà delle famiglie di tradurre gli aumenti di redditi in maggiori consumi”, con il rischio che la crescita nell’ultima parte dell’anno sia “moderata”. E, di conseguenza, che si indebolisca il mercato del lavoro.

L’allarme lanciato da Confcommercio con il nuovo aumento del Misery Index è, secondo il deputato del Pd Arturo Scotto, “un segnale gravissimo che il governo Meloni non può continuare a ignorare: a giugno l’indice del disagio sociale ha raggiunto il livello più alto da inizio anno, segno che l’Italia sta andando nella direzione sbagliata. Eppure dall’esecutivo nessuna risposta concreta: nè sul lavoro, né sui salari, né sulla qualità della vita delle famiglie italiane”.