L’industria italiana cade a pezzi: nuovo calo della produzione su base annua

La produzione industriale prosegue nel suo calo su base tendenziale anche a giugno: la ripresa su base mensile è quasi nulla.

L’industria italiana cade a pezzi: nuovo calo della produzione su base annua

La produzione industriale non riparte. La crisi, anzi, continua quasi ininterrottamente da più di due anni. A giugno, l’indice destagionalizzato viene stimato dall’Istat in aumento dello 0,2% rispetto a maggio, ma in netto calo (-0,9%) rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Nella media del secondo trimestre si registra un aumento minimo (+0,1%) rispetto ai tre mesi precedenti. Nel primo semestre dell’anno la riduzione tendenziale è dell’1,1%.

Gli incrementi tendenziali maggiori riguardano i settori della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+15,7%), l’attività estrattiva (+6,2%) e la fornitura di energia elettrica (+4,7%). La flessione maggiore è invece quella delle industrie tessili (-8%). 

Produzione industriale, la crisi infinta: continua il calo tendenziale

Il calo congiunturale, a giugno, riguarda solo i beni di consumo (-0,9%), mentre sono contenuti gli aumenti per i beni intermedi (+0,2%) e per l’energia e i beni strumentali (+0,1% per entrambi). Su base tendenziale, invece, gli aumenti riguardano solo la produzione di energia (+7,3%); In calo, invece, i beni strumentali (-1,4%), i beni intermedi (-2,1%) e i beni di consumo (-3%).

I dati sulla produzione industriale vengono definiti “pessimi” da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori: “Dopo che ad aprile si era interrotto il calo su base tendenziale che durava dal febbraio 2023, ossia da 26 mesi consecutivi, non accenna a interrompersi la nuova dinamica negativa, con una diminuzione dello 0,9% su base annua”. Parla di “nuovo tonfo per l’industria italiana” il Codacons, con dati che “confermano la cattiva salute della nostra industria”, messa ancora più a rischio dai dazi statunitensi, “che potrebbero peggiorare le performance del comparto con conseguenze per l’economia italiana”.