Linea dura del Governo. Il falso in bilancio è di nuovo un reato. Arriva la stretta contro la corruzione

Messe da parte le tensioni in maggioranza passa l’esame del Senato anche il ddl anticorruzione. E torna pure il reato di falso in bilancio per le società non quotate. Sono 165 i sì, 74 i voti contrari e 13 gli astenuti. A favore hanno votato Pd, Area popolare, Autonomie-Maie-Psi. Contrari Forza Italia, M5s e Gal. Astensione dalla Lega Nord. Il testo ora passa alla Camera, dove però i numeri del Governo sono ben più rassicuranti. Tra i reati introdotti anche le false comunicazioni sociali per le società quotate, con pene da tre a otto anni di reclusione, da sei a dieci anni di reclusione per corruzione propria, commessa da pubblici ufficiali. “E’ chiaro che sono soddisfatto”, ha affermato il Guardasigilli, Andrea Orlando, “perché si trattava di un traguardo non scontato. Ma nessun trionfalismo”.

LINEA DURA
Il provvedimento inasprisce le pene per i reati di corruzione, concussione e peculato. Salgono a sei e dieci di detenzione anni le pene minima e massima per i pubblici ufficiali che compiono il reato di corruzione propria. Aumentano anche gli anni di carcere, previsti sempre da 6 a 10, per i pubblici ufficiali che omettono o ritardano un atto d’ ufficio. Aumentato lo sconto di pena, da un minimo di un terzo a un massimo di due terzi, per i collaboratori di giustizia. La pena accessoria dell’interdizione dall’esercizio di una professione per chi viene condannato passa a tre mesi per il minimo e a tre anni per il massimo. Aumenta di due anni la pena per la corruzione in atti giudiziari che andrà da un minimo di 6 a un massimo di 12 anni di reclusione. Con le nuove norme le pene relative all’associazione mafiosa potranno arrivare anche a 26 anni di carcere. In caso di indagini che riguardano la pubblica amministrazione il pm dovrà avvertire l’Anac. E per i pubblici ufficiali aumentano le pene. Per quanto riguarda gli imprenditori che si macchiano del reato di corruzione scatta l’impossibilità di accedere a gare d’appalto pubbliche per cinque anni. Ma c’è di più. Perché se si è condannati a una pena non inferiore a 2 anni ci sarà l’estinzione del rapporto di lavoro o di impiego con le Pa e società partecipate. Prescrizione lunga per i reati di corruzione con un aumento della metà dei tempi. E c’è pure il via libera alle intercettazioni. Ma non per le società non quotate.

LA POLEMICA
Non è passata la proposta del Movimento 5 Stelle che chiedeva l’introduzione dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici per chi commette reati di corruzione. Tanto è bastato per far scattare l’ira di Grillo sul blog all’indirizzo di Forza Italia e del Partito democratico. Renzi tira dritto e scavalla le critiche: “Fare ostruzionismo e dire sempre di no è un inganno che forse funziona il tempo di un click ma che gli elettori sanno sempre riconoscere”. Non passa inosservato, però, che sull’emendamento 8.316 a prima firma Caliendo di Forza Italia che chiedeva una modifica sul falso in bilancio la maggioranza ha rischiato di andare sotto come denuncaito su Twitter dal senatore Lorenzo Battista: “Su votazione segreta a emendamento, 115 favorevoli, 116 contrari, 2 astenuti, passa parere maggioranza per un solo voto”.