L’inflazione frena e Urso prova a prendersi il merito

Se la crescita dell’inflazione “è dimezzata” per il ministro Adolfo Urso il merito è tutto del governo Meloni. Ma non è così.

L’inflazione frena e Urso prova a prendersi il merito

Se la crescita dell’inflazione “è dimezzata” passando dal “quasi 12 per cento” al 5,9 per cento registrato tra dicembre 2022 e luglio 2023, per il ministro Adolfo Urso il merito è tutto del governo di Giorgia Meloni che ha portato a casa il decreto Trasparenza.

Se la crescita dell’inflazione “è dimezzata” per il ministro Adolfo Urso il merito è tutto del governo Meloni. Ma non è così

Una tesi curiosa, affermata il 18 agosto ad Agorà Estate su Rai 3, che è stata letteralmente demolita da Pagellapolitica.it che ha fatto notare come “è vero che negli ultimi mesi l’aumento dei prezzi è rallentato, ma il merito non è del provvedimento del governo”. Affermazione, questa, facilmente smentibile dai dati “Istat più aggiornati” secondo cui a luglio l’inflazione “è aumentata del 5,9 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, confermando ‘la fase di rallentamento’ della crescita dei prezzi.

A dicembre 2022 l’aumento rispetto allo stesso mese del 2021 era stato pari all’11,6 per cento, ossia il ‘quasi 12 per cento’ a cui ha fatto riferimento Urso”. Peccato che il decreto Trasparenza, approvato a gennaio, è entrato in vigore soltanto il primo agosto quindi quando la frenata di cui parla Urso era già avvenuta.

Il decreto Trasparenza è in vigore dal primo agosto mentre la riduzione dei prezzi è riferita a luglio

Ma c’è di più. Se davvero il rallentamento fosse dipeso dal decreto Trasparenza, allora sarebbe lecito aspettarsi dati ben diversi tra quelli registrati in Italia e quelli registrati negli altri Paesi dell’Unione europea. E invece, continua Pagellapolitica.it, la realtà dice proprio l’opposto visto che “secondo Eurostat, a luglio l’inflazione nei Paesi dell’area euro è cresciuta del 5,3 per cento rispetto allo stesso mese del 2022, in calo rispetto a giugno”.

E questo, con buona pace di Urso, sarebbe dipeso dal calo del prezzo dell’energia che “è stato la causa più significativa alla base della crescita dell’inflazione in Europa nel 2022, e molto probabilmente anche “dalla politica monetaria adottata dalla Banca centrale europea (Bce), che dallo scorso anno ha alzato varie volte i tassi di interesse. L’aumento dei tassi di interesse ha portato a un rallentamento dell’attività economica e, soprattutto, dei prezzi”.

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