di Lapo Mazzei
Gli operai che non incontra. La scorta che si scontra con l’effetto Renzi. Le contestazioni e le acclamazioni. E poi gli annunci spot, come quello sull’Irap, e il rilancio del libro dei sogni, con la scuola al primo paragrafo. Insomma, c’è davvero tutto e di più nel primo giorno del presidente del Consiglio in tour, un spettacolo itinerante con il quale dovremo iniziare a prendere confidenza vista la propensione di Matteo Renzi nei confronti degli spettacoli di piazza. Ma ci sono anche i temi economici, numeri e cifre per essere esatti, nel caleidoscopio di parole pronunciate a Treviso dal premier, alla sua prima uscita pubblica. In particolare Renzi pone l’accento sulle questioni connesse al lavoro e al taglio del cuneo fiscale per 10 miliardi di euro. «Non abbiamo ancora definito dove intervenire e che strada prendere: ci sono varie possibilità, abbiamo ascoltato anche quello che dicono gli imprenditori ed entro i tempi che abbiamo annunciato spiegheremo come avverrà questa riduzione di almeno 10 miliardi». Insomma, se non siamo al ‘caro amico’ poco ci manca…
Ma nella prima tappa del Renzi tour c’è spazio anche per il patto di stabilità. Il premier promette un censimento entro il 10 marzo per capire di quanto sia possibile sforare, ma ammette anche che è necessario metter mano alle società municipalizzate che vanno diminuite, altro argomento caldo al centro della visita in Veneto. Ed è proprio sulla riduzione delle tasse sul lavoro che nel pomeriggio si registra l’apertura di Confindustria nei confronti del governo. «Il sistema delle imprese è pronto a rinunciare a tutti i trasferimenti, purché il ricavato vada a incidere su costo del lavoro e, in modo particolare, sul cuneo fiscale» afferma il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, in audizione al Senato. Se siano frammenti di un discorso amoroso o timidi segnali d’intesa lo vedremo a breve. Il pragmatismo degli industriali mal si concilia con il peronismo in salsa fiorentina di Renzi e l’esigenza di concretezza delle tute blu. Non a caso fra le ipotesi su tavolo ci sono quelle di una riduzione dell’Irap o quella di intervenire sull’Irpef. Ma tutto ciò non basta. Tant’è che qualche ora dopo il suo arrivo a Treviso arriva la prima doccia fredda per il premier. E a farne le spese sono le maestrante dell’Electrolux. Nonostante fossero stati convocati a palazzo Rinaldi a Treviso, le rappresentanze sindacali di base non sono state ricevute dal premier Renzi. Un brutto segnale per chi ama stringere la mano a tutti. A seguire, però, l’annuncio: i delegati dell’azienda saranno ricevuti la prossima settimana a Roma in un incontro dedicato a fare il punto della situazione.
Merkel in vista
Volendo riavvolgere il nastro della giornata, prima di tutti Renzi ha incontrato gli studenti della scuola Coletti. «Torno a Roma con i compiti per casa» avrebbe detto agli studenti che gli avevano presentato le loro richieste. «Bisogna seguire lo spread e i conti, ma un paese si salva solo se la scuola funziona». Poi l’invito ai giovanissimi: «Se c’è qualcosa che non va, poi me lo segnalate a matteo@governo.it». Prima che il premier arrivasse, però, fuori dalla scuola media una decina di militanti di Forza Nuova hanno organizzato una piccola protesta e mostrato uno striscione con su scritto “Dopo Monti e Letta, ecco Renzi la terza marionetta”. Il nuovo inquilino di Palazzo Chigi, poi, ha incontrato gli amministratori del territorio: ma proprio al suo arrivo in piazza Rinaldi, sede del Comune di Treviso, è partito un lancio di arance (che non lo hanno raggiunto). Ad accoglierlo, un gruppo eterogeneo di persone che ha iniziato a gridare «Buffone buffone». Del gruppo facevano parte anche alcuni esponenti del movimento dei “forconi”. Nel corso dell’incontro con gli amministratori locali il premier ha annunciato che andrà dalla cancelliera Angela Merkel, che proprio ieri ha ricevuto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Infine ha fatto sapere che sarà varato «un piano straordinario per l’edilizia scolastica. Per noi la scuola è un luogo da cui ripartire e nelle prossime ore con il ministro Giannini a Palazzo Chigi studieremo come attuare il piano straordinario per l’edilizia scolastica, uno dei motori di sviluppo». Un’altra promessa.