L’Italia è Mes davvero male. Così Salvini e Meloni si piegano al volere Ue

La riforma del Mes poteva essere senza dubbio una delle missioni più importanti di questa legislatura.

L’Italia è Mes davvero male. Così Salvini e Meloni si piegano al volere Ue

Un’occasione persa. L’ennesima dimostrazione, soprattutto, che chi oggi è al governo annuncia battaglie solo per prendere voti in campagna elettorale e poi si piega nei fatti al volere di chi comanda. E così è accaduto per il Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità. La riforma poteva essere senza dubbio una delle missioni più importanti di questa legislatura. Ma, a differenza di quanto fatto con il Next Generation Eu, “rischiamo in questo caso una soluzione un po’ gattopardesca”, come ha denunciato l’eurodeputato del Movimento cinque stelle Fabio Massimo Castaldo.

La riforma del Mes poteva essere senza dubbio una delle missioni più importanti di questa legislatura

La ragione è semplice: l’accordo che è stato raggiunto ha stravolto gli obiettivi fondamentali che in primis proprio la Commissione Europea si era posta e che fino a poco tempo fa in tanti anche in Italia auspicavano e difendevano: snellimento del quadro normativo, flessibilità, maggiore applicabilità da parte dei governi. “Nessuno nega la necessità di ridurre il debito eccessivo, ma è necessario farlo in modo coerente, pragmatico, sensato, senza impiccarci strettamente ai numeri, focalizzandoci più che altro sugli obiettivi che ci siamo posti”, ha non a caso spiegato Castaldo.

Senza un fondo di sovranità strategica, che resta ancora un miraggio, senza un bilancio federale comune e viste le enormi differenze di spazi fiscali, di possibilità di spesa, rischiamo oggi di fatto di erodere la stabilità economica e sociale dell’Unione europea. Il punto, però, è anche e soprattutto proprio qual è stato l’atteggiamento dei partiti italiani. Chi si è detto da sempre contrario al Mes, simbolo di quell’austerità contro cui Matteo Salvini e Giorgia Meloni in primis si sono sempre scagliati, alla fine ha ceduto. L’unica forza politica a restare col cerino in mano è stato lo stesso Movimento cinque stelle.

“Ruggiscono in campagna elettorale, ma chinano la testa quando sono a Bruxelles”

“Ruggiscono in campagna elettorale, ma chinano la testa quando sono a Bruxelles. I finti patrioti di Meloni e Salvini si sono clamorosamente piegati in Europa, ancora una volta”, ha scritto non a caso sui social il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. “Al Parlamento europeo il Movimento Cinque Stelle è stata l’unica forza politica italiana a votare per fermare un Patto di stabilità all’insegna dell’austerità, che è un cappio al collo per l’Italia con miliardi di nuovi tagli e nuove tasse per tutti gli anni a venire. Il fatto che altre forze politiche non si siano opposte lascia senza parole”, ha proseguito l’ex premier.

Conte: “Il menu per l’Italia è sempre il solito: austerità, tagli e strozzatura della crescita”

“Poco conta che il Parlamento europeo abbia chiesto solo qualche timido miglioramento dell’accordo a cui ha già detto sì il governo Meloni, perché l’impostazione è la stessa e il menu per l’Italia è sempre il solito: austerità, tagli e strozzatura della crescita. Era l’occasione per dare tutti un forte segnale di contrarietà. Niente da fare. Siamo rimasti soli noi del M5s”, ha concluso lo stesso Conte. Il problema, in effetti, non è di poco conto se si considera che evidentemente se le regole dovessero davvero restare molto stringenti, significherebbe che nei prossimi anni saremmo costretti a restituire con gravosi interessi i fondi stanziati dalla stessa Unione europea per riemergere dopo gli anni della pandemia.

“Quando in futuro l’Italia si ritroverà nuovamente in fondo a tutte le classifiche europee – ha non a caso il presidente del M5s – che misurano crescita economica e sviluppo sociale inizierà il giochino delle imprecazioni contro l’Europa dell’austerità. Quando i nostri cittadini si troveranno a vivere sulla propria pelle manovre di bilancio lacrime e sangue inizierà nuovamente la pantomima nazionale contro i burocrati che sono a Bruxelles ciechi e ottusi. Ma noi ci ricorderemo di queste scelte, di queste votazioni. Non è vero che a decidere è l’euro burocrazia. Ha deciso la politica: prima con l’assenso del Governo Meloni e ieri con il voto degli europarlamentari. Noi – ha conclsuo Conte – continueremo sempre a lottare per cambiare le cose, come quando a chi voleva imporci il Mes abbiamo risposto portando 209 miliardi in Italia”.

Il Parlamento Ue ha approvato il mandato negoziale per andare a discutere della controversa riforma del Patto di Stabilità

Il Parlamento Ue ha approvato il mandato negoziale per andare a discutere della controversa riforma del Patto di Stabilità. La linea del Parlamento ha deluso le aspettative tanto che lo stesso Giancarlo Giorgetti ha detto essere un compromesso non del tutto soddisfacente. L’iniziale formulazione della riforma messa a punto dalla Commissione Ue prevedeva una sorta di rivoluzione copernicana, riconoscendo, dopo il Covid, che gli stati hanno un ruolo cruciale da svolgere quando si tratta di salvare il sistema dalle crisi. Su impulso della Germania, questa impostazione è stata però gradualmente ribaltata e l’accordo raggiunto all’Ecofin torna a dare la priorità al controllo delle finanze pubbliche. È stato inoltre escluso il principio della “golden rule” su cui aveva molto puntato l’Italia, ovvero la possibilità di non conteggiare alcuni tipi di investimenti (transizione verde etc) nei deficit pubblici. L’unica concessione in tal senso riguarda le spese per la difesa.