L’Istat conferma per quest’anno una crescita asfittica pari allo 0,5% e allo 0,8% nel 2026. Già Bruxelles aveva gelato il governo Meloni. La Commissione europea vede una crescita a rilento per l’Italia, tra i fanalini di coda in Europa, proprio mentre Eurozona e Ue corrono più delle attese. Nel confronto europeo, Roma resta nelle retrovie: quest’anno fa meglio solo di Finlandia, Germania e Austria, nel 2026 è davanti alla sola Irlanda e nel 2027 è proprio ‘fanalino di coda’. Quanto a Eurozona e Ue, la crescita acquisita ha superato le previsioni secondo la Commissione europea, che stima per l’intero anno un Pil in aumento dell’1,3% nell’area euro (meglio dello 0,9% stimato in precedenza) e dell’1,4% nell’Ue (dall’1,1%).
L’Italia evita la recessione grazie al Pnrr di Conte
L’incremento del Pil, nel biennio di previsione, secondo l’Istat verrebbe sostenuto interamente dalla domanda interna al netto delle scorte, mentre la domanda estera netta fornirebbe un apporto negativo. Si prevede un incremento della crescita dei consumi privati seppure a ritmi moderati (+0,8% e +0,9% nel 2025 e 2026). L’aumento degli investimenti, in forte accelerazione nel 2025 (+2,8%, dal +0,5% del 2024), proseguirebbe con un certo dinamismo anche nel 2026 (+2,7%), favorito dal completamento delle opere previste dal Pnrr. Ed è proprio grazie al Pnrr che la crescita italiana tiene un po’ e non vira in territorio negativo.
La crescita riconducibile al Pnrr è pari a un punto nel 2025
La crescita riconducibile al Pnrr raggiungerebbe 0,9 nel 2025, per poi salire a 1,7 punti nel 2026 e a 1,8 nel 2027. E’ quanto rileva la Corte dei Conti nella Relazione sullo stato di attuazione del Pnrr al primo semestre 2025. Se si prende in considerazione l’impatto del Pnrr nel suo insieme, quindi includendo anche le misure finanziate da React-EU e Pnc con prevalente incidenza nella prima parte dell’orizzonte temporale del Piano, l’impulso cumulato di maggiore Pil arriverebbe a circa 1,2 punti percentuali nel 2023, per poi ridursi intorno a 1 punto nel 2024 e 2025.
L’aumento di Pil accelererebbe successivamente, attestandosi nel 2026 a 1,8 punti percentuali e, nel 2027, a 1,9 punti percentuali. “La crescita è quasi totalmente dovuta al Pnrr senza il quale saremmo in recessione. Il Pnrr portato in Italia da quel ‘criminale’ di Giuseppe Conte e che Giorgia Meloni quando era all’opposizione non ha neanche votato”, ha commentato non a caso la deputata del M5S, Vittoria Baldino.