Lo Stato non vuole i 2,5 milioni risparmiati dal M5S

di Fausto Cirillo

Delle due l’una: o al Ministero dell’Economia non sono nemmeno in grado di aprire un conto corrente oppure lo Stato si sta battendo, con tutta l’inerzia di cui sappiamo essere capace, per impedire che i parlamentari del Movimento 5 Stelle possano restituire ai cittadini la somma cospicua che hanno ricavato dal taglio degli stipendi e delle diarie. Ha in ogni caso il sapore beffardo del paradosso la notizia del sit-it che ieri i grillini sono stati costretti a inscenare in via XX Settembre davanti alla sede del dicastero retto da Fabrizio Saccomanni. A differenza delle centinaia di manifestazioni che da anni si alternano per chiedere aiuti e risorse economiche a favore di questa o quella categoria di lavoratori e imprese, la protesta dei pentastellati rivendicava il diritto opposto: quello di poter versare dei soldi nelle esangui casse dello Stato. Nel celebrare il loro secondo Restitution Day, i parlamentari del M5S chiedono infatti a gran voce l’apertura immediata (come votato dal Parlamento ad agosto su iniziativa proprio del Movimento) del conto corrente per permettere ai parlamentari di versare al fondo di garanzia per le Piccole e medie imprese la somma di 2.563.016,76 euro ricavata da giugno ad ottobre 2013. Stando all’emendamento approvato lo scorso agosto all’interno del “decreto del fare”, il governo aveva 90 giorni di tempo (scadenza 19 novembre 2013) per emanare il decreto attuativo e rendere operativo il conto, ma non ha ancora fatto nulla. Una situazione grottesca, che a ragione veniva ieri sottolineata sul blog di Beppe Grillo: “Oggi i parlamentari 5 Stelle iniziano la battaglia per il Restitution Day 2. Battaglia, sì: perché persino per restituire i soldi allo Stato siamo costretti a combattere. Vogliamo che i ministri Saccomanni e Zanonato aprano subito il Fondo pubblico di garanzia per le Pmi, creando con il nostro contributo un effetto leva che arriva a 40 milioni di prestiti per le imprese”. Contemporaneamente gli attivisti hanno predisposto un’azione di mailbombing sui ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico Fabrizio Saccomanni e Flavio Zanonato, realizzando un format ad hoc sul proprio sito web. La mail da indirizzare è già pronta: basterà inserire nome, cognome e indirizzo mail, dunque cliccare su invio. Quanta fatica per poter restituire i soldi allo Stato vorace!