Mentre sono attesi per domani, come ha confermato in mattinata il ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, i dati del monitoraggio epidemiologico compiuto dal ministero della Salute, uno studio della Fondazione Gimbe sostiene che “la curva del contagio non è adeguatamente sotto controllo in Lombardia, Liguria e Piemonte”. “In queste Regioni – spiegano gli esperti della stessa Fondazione – si rileva la percentuale più elevata di tamponi diagnostici positivi, il maggior incremento di nuovi casi, a fronte di una limitata attitudine all’esecuzione di tamponi diagnostici. In Emilia-Romagna, una propensione ancora minore potrebbe distorcere al ribasso il numero dei nuovi casi”.
La Fondazione Gimbe ha svolto un monitoraggio indipendente, riferito alla settimana 21-27 maggio, che tiene conto della riapertura del 4 maggio, ma non quelle molto più ampie del 18 maggio, dal quale emerge che l’incidenza di nuovi casi per 100mila abitanti, rispetto alla media nazionale (32), è nettamente superiore in Lombardia (96), Liguria (76) e Piemonte (63). Il monitoraggio che renderà noto domani il ministro della Salute, Roberto Speranza, si baserà sui dati del contagio forniti dall’Istituto superiore di Sanità e dovrà servire a confermare o meno il via libera agli spostamenti tra regioni a partire dal 3 giugno.
Secondo lo studio di Gimbe il dato del Molise (44) non desta preoccupazioni, perché legato a un recente focolaio già identificato e circoscritto, ma quello dell’Emilia-Romagna (33) potrebbe essere sottostimato dal numero di tamponi diagnostici (1.202 per 100mila abitanti), ben al di sotto della media nazionale (1.343). La percentuale di tamponi positivi risulta superiore alla media nazionale (2,4%) in 5 Regioni: Lombardia (6%), Liguria (5,8%), Piemonte (3,8%), Puglia (3,7%) ed Emilia-Romagna (2,7%). I tamponi diagnostici per 100mila abitanti, rispetto alla media nazionale (1.343), svettano solo Valle d’Aosta (4.076) e Provincia Autonoma di Trento (4.038). Nelle tre Regioni ad elevata incidenza dei nuovi casi, la propensione all’esecuzione di tamponi rimane poco al di sopra della media nazionale sia in Piemonte (1.675) che in Lombardia (1.608), mentre in Liguria (1.319) si attesta poco al di sotto.
“Il Governo – ha commentato il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta – a seguito delle valutazioni del Comitato Tecnico-Scientifico si troverà di fronte a tre possibili scenari: il primo, più rischioso, di riaprire la mobilità su tutto il territorio nazionale, accettando l’eventuale decisione delle Regioni del sud di attivare la quarantena per chi arriva da aree a maggior contagio; il secondo, un ragionevole compromesso, di mantenere le limitazioni solo nelle 3 Regioni più a rischio, con l’opzione di consentire la mobilità tra di esse; il terzo, più prudente, di prolungare il blocco totale della mobilità interregionale, fatte salve le debite eccezioni attualmente in vigore”.
“In questa difficile decisione – conclude Cartabellotta – occorre accantonare ogni forma di egoismo regionalistico perché la riapertura della mobilità deve avvenire con un livello di rischio accettabile e in piena sintonia tra le Regioni. Una decisione sotto il segno dell’unità nazionale darebbe al Paese un segnale molto più rassicurante di una riapertura differenziata, guidata più da inevitabili compromessi politici che dalla solidarietà tra le Regioni, oggi più che mai necessaria per superare l’inaccettabile frammentazione del diritto costituzionale alla tutela della salute”.
Un’analisi che non trova affatto d’accordo la Regione Lombardia che ha addirittura annunciato la decisione di querelare la fondazione Gimbe e il suo presidente Cartabellotta, spiegando che si tratta di “un atto inevitabile, il nostro, dopo quanto affermato dal presidente della fondazione che, parlando dei dati sanitari della Lombardia, ha dichiarato, fra l’altro, che ‘si combinano anche dei magheggi sui numeri'”. Si tratta, aggiungono dal Pirellone, di “accuse intollerabili e prive di ogni fondamento per le quali il presidente di Gimbe dovrà risponderne personalmente. I nostri dati, come da protocollo condiviso da tutte le Regioni, vengono trasmessi quotidianamente e con la massima trasparenza all’Istituto Superiore Sanità”.
“Sono convinto – ha detto il governatore della Lombardia, Attilio Fontana – che dal 3 giugno i lombardi saranno liberi di circolare in tutta Italia. Abbiamo esaminato i dati che riguardano la Regione Lombardia e li abbiamo inviati all’Istituto superiore della sanità. Abbiamo potuto evidenziare che gli stessi siano tutti estremamente positivi rispetto alle precedenti settimane, questo vuole dire che la situazione sta sostanzialmente migliorando. Credo che la Lombardia rientrerà sicuramente nel novero delle Regioni che avranno libertà di movimento”.