L’Onu boccia Roma: Tripoli non è un porto sicuro

L’Onu boccia Roma: Tripoli non è un porto sicuro. Smentita tutta la linea delle destre in fatto di migranti

L’Onu boccia Roma: Tripoli non è un porto sicuro

Stai a vedere che la Francia (leggi articolo sopra) non ha tutti i torti nel criticare l’Italia per come intende gestire i flussi di migranti in arrivo dal nord Africa. Infatti a pensarla così non è soltanto l’Eliseo ma anche il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, che ieri, in vista dell’incontro a Roma tra il governo di Giorgia Meloni e il generale Khalifa Haftar, non le ha mandate a dire.

Pur senza citare direttamente l’Italia, il vertice dell’Onu ha spiegato che secondo un rapporto compilato dalla Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia, il Paese nordafricano non può essere considerato un porto di sbarco sicuro dove far approdare chi scappa da guerre, miserie e vessazioni. Secondo l’Onu, malgrado decenni di proteste da parte della comunità internazionale, le violazioni contro rifugiati e migranti in Libia continuano come niente fosse, anche nei centri di detenzione.

La critica

Proprio per questo Guterres ha sostenuto che “a tutti i rifugiati e migranti intercettati lungo la rotta del Mediterraneo centrale dovrebbe essere assegnato un porto sicuro di sbarco” che evidentemente non può essere Tripoli e dintorni, “in conformità con il diritto del mare, il diritto marittimo internazionale, il diritto internazionale dei diritti umani e il diritto dei rifugiati”.

Per il segretario dell’Onu, inoltre, è necessario individuare alternative alla detenzione, di cui si fa largo uso anche in Italia all’interno dei Centri per il rimpatrio, che siano fondate sul rispetto dei diritti umani e in linea con il diritto internazionale. Insomma viene sconfessata la linea del governo italiano che da un lato mira a raggiungere un accordo con Haftar e dall’altro, come sancito con gli ultimi decreti, punta con decisione sui Centri per il rimpatrio tanto che ne vorrebbe installare uno in ogni regione.

La risposta piccata

Chiaramente queste dichiarazioni non sono frutto del caso perché avvengono proprio in un momento cruciale visto che ieri il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha ricevuto al Viminale il comandante in capo dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), il generale Haftar, per parlare di come affrontare le migrazioni irregolari provenienti dal Paese nordafricano. E proprio le parole di Guterres sono state interpretate con non poco fastidio da Roma con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha risposto per le rime a quanti criticano le recenti scelte del governo italiano.

“Siamo una forza politica e un Paese protagonista nell’area del Mediterraneo, la seconda manifattura d’Europa e fondatori dell’Unione europea: è nostro diritto interloquire con i rappresentanti della politica libica. Noi ci stiamo occupando di risolvere la questione migratoria”. Lo stesso ha poi aggiunto che “i rapporti dell’Italia con la Libia sono rapporti storici. Grazie all’accordo fatto da Berlusconi con Gheddafi si fermarono i flussi migratori. Poi l’errore, fatto anche dai francesi di eliminare Gheddafi, ha provocato dei danni enormi e una fase di grande instabilità”. E ora sul territorio “il generale Haftar è il personaggio più forte ed era giusto parlare con lui del fenomeno migratorio” ha concluso il vertice della Farnesina.