Berlusconi accende la miccia per un 2014 di fuoco

di Lapo Mazzei

D’accordo, i fuochi d’artificio del Cavaliere sono arrivati in ritardo. Ma l’effetto, e non solo quello sonoro, è decisamente più efficace dei botti di Capodanno. Con la solita mossa abile di chi sa perfettamente come funziona la macchina della comunicazione, Silvio Berlusconi – tramite i suoi legali – ha fatto sapere di aver depositato il ricorso in appello contro la sentenza di primo grado nel processo Ruby, mentre nel tardo pomeriggio ha consegnato alle agenzie la lista dei nuovi coordinatori regionali di Forza italia.

La partita dei tribunali
Partiamo dal fronte giudiziario. Il Cavaliere è stato condannato dai giudici a 7 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Nel ricorso i difensori chiedono l’assoluzione dalle accuse di concussione e prostituzione minorile con la formula “il fatto non sussiste”. Atto scontato si dirà. Nella forma certamente sì, difficile pensare ad una sua ritirata con la guardia abbassata, ma non nella sostanza. Nelle motivazioni della sentenza con cui i giudici hanno condannato Berlusconi a sette anni per concussione e prostituzione minorile, si legge che “risulta innanzitutto provato che l’imputato abbia compiuto atti sessuali con El Mahroung Karima (Ruby, ndr) in cambio di ingenti somme di denaro, variabili, di circa 3 mila euro per volta, e di altre utilità quali gioielli”. “Ritiene il Tribunale”, si legge ancora nelle motivazioni, “che la valutazione unitaria del materiale probatorio illustrato evidenzi lo stabile inserimento della ragazza nel collaudato sistema prostitutivo di Arcore ove giovani donne, alcune delle quali prostitute professioniste. Compivano atti sessuali in plurimi contesti”. Ed è proprio questo il punto che Berlusconi intende smontare. Pezzo per pezzo, come si fa con i l Lego. Nelle circa 480 pagine del ricorso – depositato con qualche giorno di anticipo rispetto alla scadenza dei termini – si evidenzia che Ruby ha sempre negato di aver avuto rapporti sessuali con Berlusconi e dunque si sottolinea la mancanza del reato presupposto. Ora, con il ricorso in appello, il leader di Forza Italia punta a ribaltare quel verdetto e a ottenere la piena assoluzione per mancanza di prove a suo carico. Dunque niente più tattica attendista, tesa a svelenire il clima in attesa di tempi migliori, ma attacco a tutto a campo. Dentro e fuori le aule di giustizia. E il punto di partenza non può che essere il partito. Berlusconi, secondo quanto riferiscono i suoi più stretti collaboratori, vuole accendere i motori di Forza Italia entro la metà del mese, al di là di organici e ruoli da assegnare. A dettare l’agenda del movimento azzurro, più che lo scontro fra maggioranza e opposizione, sarebbero le indiscrezioni quirinalizie, riportante con grande dovizia di particolari dal sito on line del settimanale L’Espresso.

La ruggine con il Colle
Nell’incontro per gli auguri delle festività ai giornalisti, il presidente della Repubblica non avrebbe risparmiato una “dura critica” al centrodestra sulla legge elettorale. “Viene fortemente contestato che si possa raggiungere un accordo tra i soli partiti della maggioranza proprio da chi nel 2005 ha imposto una legge elettorale votata a stretta maggioranza: ma che vogliono questi signori?”. Parole, quelle del capo dello Stato pronunciate il 18 dicembre scorso, come riporta il quotidiano L’Espresso, rievocando l’approvazione del Porcellum da parte della coalizione guidata allora da Silvio Berlusconi. Una dichiarazione rimasta però nei taccuini dei cronisti, giunti sul Colle per gli auguri con la stampa quirinalista e ovviamente invitati al riserbo dal portavoce del Colle, Maurizio Caprara: “Mettete via il blocchetto perché questo è, come sapete, un incontro off the record”. Evidentemente i tempi sono cambiati e ciò che ieri era riservato oggi diventa strumento di pressione. Una pressione che mira ad alzare il tono dello scontro, dato che Berlusconi insiste nel chiedere elezioni anticipate, vera uscita di sicurezza per poter uscire dal piano inclinato della sconfitta che il cavaliere teme più di ogni altra cosa.
E gli stessi attacchi ad alzo zero portati al Colle da Renato Brunetta e Daniela Santanché sono lì a dimostrare che l’unica vera mission di Forza Italia sono le urne. E dunque avanti tutta con la campagna elettorale continua.

Le nuove nomine
A pilotare le organizzazioni locali saranno Mariastella Gelmini per la Lombardia, per la Liguria Sandro Biasotti, per la Toscana Massimo Parisi, per la Valle d’Aosta Massimo Lattanzi, per il Friuli Venezia Giulia Sandra Savino, per il Lazio Claudio Fazzone e per il Veneto Marco Marin. “Il primo compito dei neocoordinatori”,- si legge nella nota del partito, “è un accordo con il presidente nazionale, sarà la costituzione di un Comitato di presidenza regionale costituito da altri tre componenti che li affiancheranno nello svolgimento delle loro funzioni”. Gli altri incarichi nazionali e regionali saranno definiti nei prossimi giorni. Ovviamente laddove non c’è il nome non c’è accordo fra i ras locali.