L’ultimo bluff sui vitalizi: Parlamento muto sui dati e la legge resta al palo. I 5 Stelle all’attacco: “la Camera cincischia”

L'ultimo bluff sui vitalizi: Parlamento muto sui dati e la legge resta al palo. I 5 Stelle all'attacco: ignorata ogni richiesta di sprint

Sull’affaire vitalizi ogni giorno ce n’è una nuova. Stavolta a fare rumore è la denuncia del Movimento 5 Stelle, che ieri ha annunciato di aver scoperto il motivo per il quale la Ragioneria generale dello Stato non ha ancora inviato alla commissione Bilancio di Montecitorio la tanto attesa relazione tecnica di fattibilità economica della proposta di legge Richetti. La quale, come noto, prevede il ricalcolo col sistema contributo degli assegni incassati mensilmente da ex parlamentari e consiglieri regionali: una torta da oltre 360 milioni di euro l’anno.

Ebbene, per i deputati pentastellati Laura Castelli, Riccardo Fraccaro e Luigi Di Maio la “colpa” del ritardo non è tanto del ministero dell’Economia quanto del Parlamento. “Il 20 giugno scorso”, hanno asserito i tre, “la Ragioneria generale dello Stato aveva inviato alle Camere una nota con richiesta di chiarimento sia sui dati sia sull’interpretazione autentica di alcuni passaggi del testo, in particolare dell’articolo 5” (quello sulla gestione separata presso l’Inps). Ma, e qui viene il bello, secondo quanto garantiscono i grillini “le Camere non hanno ancora risposto”. Proprio così. Per la Ragioneria “c’è un problema circa il ruolo dell’Inps e manca il dato dei contributi che fanno capo alla parte datoriale, ossia allo stesso Parlamento, che non sono mai stati calcolati”. Perciò Castelli, Fraccaro e Di Maio hanno annunciato l’intenzione di chiedere “un incontro ai presidenti Laura Boldrini e Piero Grasso per sensibilizzarli e spingere così il Parlamento a ottemperare velocemente alle richieste del ministero dell’Economia”.

Non solo. Sempre per il M5S il costo di gestione da parte dell’Inps rappresenta “una falsa problematica in quanto tale carico potrebbe essere gestito anche con l’organico attuale dell’Inps o al massimo con l’impiego di pochissima forza lavoro aggiuntiva, con una spesa massima di 2 milioni di euro a fronte dei 148 milioni di euro annui di risparmio”. La replica del Pd è affidata a Ettore Rosato. “Nelle prossime ore”, ha annunciato il capogruppo dem a Montecitorio, “avanzeremo una proposta per l’Ufficio di presidenza per risolvere definitivamente la questione e anche il caso di chi dopo la riabilitazione pretende di ricevere indietro gli arretrati”. Staremo a vedere.

Tw: @GiorgioVelardi