La Concordia galleggia e i costi levitano

Di Alessandro Righi

Trenta mesi e 1,5 miliardi per avviare l’ultimo viaggio della Costa Concordia dall’Isola del Giglio a Genova. Nella giornata di ieri, finalmente oseremo dire, la Concordia è tornata a galleggiare. Si tratta del primo passo prima che possa essere avviato il traino della carcassa dell’enorme nave da crociera verso la Liguria dove verrà smantellata. Le operazioni di rigalleggiamento sono state avviate con la nave che è stata staccata dal fondale riemergendo di poco meno di 2 metri. Poi il via allo spostamento: 30 metri verso est. Sollevata sia a poppa che a prua dalla piattaforma su cui poggiava, ora la Costa galleggia grazie ai cassoni collocati ai lati.

Le operazioni
La “fase 9” delle 34 totali del programma è stata avviata intorno alle 8,30 di ieri mattina. E per metterla in atto è scattato anche il blocco del traffico navale per sei ore. della durata di sei ore. Mentre le fasi 10 e 11 sono state quelle che hanno preceduto il rigalleggiamento vero e proprio. Il tutto grazie ad apparecchiature sofisticate, con l’utilizzo di un software speciale messo a punto per consentire lo svuotamento dei cassoni e l’immissione di aria. Lunedì dovrebbe prendere la direzione di Genova e il viaggio dovrebbe avere la durata di cinque giorni.

Il relito fermo da più di due anni
Un lento recupero. Basti pensare che le operazioni sono iniziate nello scorso mese di settembre e siamo ormai al trentesimo mese successivo alla tragedia in cui persero la vita 32 persone. Prima di ogni mossa è stato necessario il parbuckling, per raddrizzare lo scafo, poi sono stati saldati i cassoni sulle fiancate della Costa e riempiti d’acqua, che ora farà posto all’aria per il sollevamento della nave dal fondale, e consentire poi alla stessa di procedere in mare aperto in sicurezza al traino di due rimorchiatori d’altura. Il capo della Protezione Civile e commissario per l’emergenza Concordia Franco Gabrielli ha sottolineato che le fasi messe in atto ieri erano “complesse e delicate” come le precedenti.

Costi esorbitanti
Oltre al danno d’immagine, il naufragio al Giglio dell’ex capitano Francesco Schettino continua a costare molto caro alla Costa. I costi per la rimozione sono salatissimi. E saliranno ancora. “Al momento superano un miliardo di euro”, ha spiegato Michael Thamm, l’amministratore delegato di Costa Crociere, nel corso della conferenza stampa e aggiungendo che si tratta di una cifra destinata a salire, “perché poi occorrerà aggiungervi i costi dell’operazione di oggi (ieri, ndr), quelli per il trasporto a Genova, poi quelli per la demolizione, il recupero e il ripristino del sito. La stima prudente è che si arrivi alla fine a un costo di 1,5 miliardi di euro”. L’ad di Costa Crociere ha poi rilanciato stuzzicando il governo: ”Il progetto ha contribuito al Pil nazionale con un miliardo di dollari e salirà fino ad un miliardo di euro”. Ma c’è stato anche spazio per una polemica tra Thamm e il ministro all’Ambiente Gian Luca Galletti che è intervenuto per porre freno al carattere trionfalistico: “Non c’è niente da festeggiare, quella in corso è un’operazione che chiude una pagina drammatica del Paese”. E il ministro se l’è presa anche con la Regione assente al Giglio per ricordare le vittime.