Due-ore-due di dibattito rigorosamente in lingua inglese (sottotitolato), sui temi della politica internazionale. È quello al quale ha dato vita venerdì scorso la segretaria del Pd, Elly Schlein, nella sua unica apparizione alla Festa de L’Unità di Milano. Un incontro, al quale hanno partecipato l’ex premier neozelandese Jacinta Arden e l’esponente del Partito del Lavoro olandese Kati Piri, che ha lasciato sgomenta una buona fetta della platea formata di militanti (non giovanissimi), accorsi alla festa per sentire “Elly”. E in effetti molti l’hanno sentita, ma tantissimi non hanno capito un bel niente di quanto ha detto, data la scarsa padronanza della lingua inglese della gran parte dei presenti. Un dibattito surreale.
Incontro incomprensibile per forma e contenuti
Certo, avere l’opportunità di raffrontarsi con la ex premier neo-zelandese era ghiotta, ma dall’unica apparizione della segretaria Pd a Milano – città dove il Partito democratico è forza di maggioranza relativa, primo partito e principale stampella del traballante sindaco Beppe Sala -, forse il tema delle sfide mondiali – per quanto importanti e preoccupanti – non era proprio in cima agli interessi dei militanti milanesi.
Elly si lava le mani di San Siro: “Decida il Pd locale”
Ma ancora maggior sgomento ha creato la scelta della segretaria dem di non parlare di alcuna vicenda milanese. Niente commenti sull’inchiesta sull’urbanistica che vede indagato Sala e che ha causato la caduta di due assessori; zero parole sullo scontro con la magistratura, o sul possibile candidato alle prossime amministrative. Ma, soprattutto, un commento (inutile) sul maxi-pasticcio della vendita di San Siro, mentre tutti aspettavano da lei un’indicazione risolutiva. “Se ne sta occupando il Pd di Milano. Ho piena fiducia del lavoro che stanno facendo insieme all’amministrazione”, si è limitata a dire Elly (in italiano), forse ignorando che proprio il “Pd di Milano” è co-responsabile della vicenda…