M5S e Pd alleati alle Regionali per blindare Conte. Grillo punta a frenare l’avanzata del Centrodestra nei territori

Si avvicinano le regionali e comincia a delinearsi meglio il quadro politico delle alleanze nel centro-sinistra, visto che il centro-destra ha una macchina già rodata. La questione, del resto, non è certo di poco conto visto che dall’esito del voto in tre regioni in bilico e cioè Liguria, Marche e Puglia, dipenderà la permanenza di Nicola Zingaretti al vertice del Pd e quella di Giuseppe Conte a capo del governo. Detto questo è evidente che Beppe Grillo si sta muovendo, come del resto fece in agosto, per sancire una alleanza strutturale tra M5S e Pd che è, nei piani strategici del comico genovese, la proiezione locale di quello che è già avvenuto a livello nazionale. La partita si giocherà nelle tre regioni contendibili da entrambi gli schieramenti perché il Veneto è certo di vedere il successo del suo governatore Luca Zaia, che bene ha fatto con il virus, mentre Toscana e Campania dovrebbero essere facilmente bottino del Partito democratico.

Grillo è tornato da qualche tempo di nuovo a prendere decisioni importanti nel Movimento e sta semplicemente sviluppando un piano che aveva già in mente ad agosto quando benedisse, imponendosi, il nuovo governo giallorosso. Il ragionamento che ha fatto il Garante è che per durare a livello nazionale occorre vincere a livello locale e cioè nelle regioni e per far questo occorre una alleanza strutturale e duratura con il Pd che una volta chiamava Pdl meno L, ma si sa che la politica è l’arte del possibile. È vero che precedenti esperimenti di unioni a freddo tra Pd e pentastellati andarono disastrosamente, come nel caso dell’Umbria tanto che Luigi Di Maio ebbe a dire a dicembre scorso: “Alleanza con il Pd non più praticabile”, ma in realtà non c’è altra possibilità dato il crollo di consensi in casa grillina, iniziato proprio nelle regionali e celebratosi nelle Europee.

Poi c’è anche da considerare che c’è un asse trainante a livello di comuni, e cioè Roma-Torino, con Chiara Appendino e Virginia Raggi pronte a ricandidarsi e magari, la prima, fare il gran salto nel Parlamento. Dunque sono plausibili le voci di fonte grilline che raccontano di contatti Conte-Grillo e, soprattutto, Zingaretti-Grillo. Peraltro il premier, anche lui ha incontrato il segretario Pd, si è speso apertamente per questa soluzione dicendo “La mancata alleanza per le Regionali sarebbe una sconfitta per tutti pure anche per me” e lo stesso Michele Emiliano, governatore della Puglia, ieri ha dichiarato “Conte vuole l’alleanza. Non tradiamolo”. Ora c’è da capire come non rischiare un altro effetto-Umbria che sarebbe disastroso appunto anche per il governo centrale. Rispetto al passato, adesso c’è da giocarsi la figura di Conte che bene o male è in testa ai sondaggi e si è conquistato una posizione di rendita, con buona pace di Dario Franceschini che comunque, nonostante le dichiarazioni, la rete la tesse ancora.