M5S, Todde: “Esiste un’Italia che non crede alla retorica delle destre”

Parla la vice presidente del M5S, Alessandra Todde: "È solo l’inizio, non ci fermeremo. Il Paese reale in piazza con noi".

M5S, Todde: “Esiste un’Italia che non crede alla retorica delle destre”

Alessandra Todde, deputata e vicepresidente del M5S, qual è il bilancio della manifestazione di sabato 17 giugno?
“Siamo molto soddisfatti del lavoro che abbiamo fatto e dalle risposte che abbiamo ricevuto dalla piazza. Ventimila persone giunte da tutta Italia, dalla Sardegna, dalla Sicilia, dal Veneto. È stato un corteo molto partecipato, pieno di contenuti e proposte per rispondere a un governo che non sta facendo nulla. Una manifestazione politica che ha visto mobilitarsi i giovani, che ha raccolto le istanze di chi ogni giorno combatte contro precarietà e lavoro povero. Abbiamo dimostrato che il M5S è più unito che mai, che è in grado di ascoltare le richieste e le preoccupazioni delle persone, che siamo a tutti gli effetti l’unica forza di opposizione sociale al governo delle destre”.

L’attenzione si è concentrata soprattutto sulle parole di Grillo: sono davvero “inaccettabili” come dice Salvini e vi hanno creato qualche imbarazzo o sono le classiche provocazioni del garante M5S? Crede che abbiano distolto l’interesse dal vero scopo della manifestazione?
“Guardi, come ho dichiarato a margine della manifestazione, consiglio vivamente meno sensazionalismo e più attenzione nella comprensione dei discorsi. Stravolgere le parole di Grillo, pur di attaccare il M5S e Conte, conferma quanto a volte sia basso il livello di certi “commentatori politici”. Grillo, con le sue provocazioni, ha semplicemente detto di non aspettare che siano altri a migliorare le cose. Ha parlato di impegno in prima persona quando qualcosa non funziona, che sia un tombino otturato o un’aiuola. Il riferimento al passamontagna è per il noto fatto di cronaca del pensionato in Lombardia che è stato multato dal Comune per aver chiuso una buca nella strada di fronte casa, dopo che per mesi aveva segnalato il pericolo senza che nessuno intervenisse. Mi sembra davvero paradossale che si tenti di offuscare – senza riuscirci – una giornata di mobilitazione in cui le parole chiave erano ben altre: reddito, dignità, lavoro, giovani, diritti, salario minimo, legalità. Le dico di più, faccio anche io un appello a chi ci legge: siate cittadini attivi e impegnatevi per il bene comune aiutando chi non ce la fa. Farà scalpore?”.

Secondo lei è arrivato al governo il messaggio della protesta?
“Mentre il governo vuole dare lezioni ai cittadini su come fare figli, vuole imporre alle donne di procreare senza sosta per contrastare la denatalità, blatera di una fantomatica “sostituzione etnica” e fa propaganda sui rave in provincia di Modena, il Paese reale – quello che sta soffrendo duramente le scelte austere della destra al governo – chiede mezzi e strumenti per andare avanti. E parte di quel popolo era in piazza con noi sabato scorso. Ma come pensano di combattere la denatalità se non aiutano le imprese a creare lavoro necessario per garantire certezze alle famiglie? Come pensano di sostenere i giovani che vogliono costruirsi una famiglia se precarizzano il mondo del lavoro levando ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze ogni tipo di tutela? Come vorrebbero sostenere le donne che vogliono emanciparsi se le obbligano a scegliere tra lavoro e maternità? Come pensano di sostenere quelle migliaia di giovani che non riescono più a pagare affitti mostruosi e che chiedono aiuti e interventi mirati? E cosa sta facendo il governo per i mutui? Abbiamo dimostrato che esiste un Paese che non crede alla loro retorica e che non percepisce gli obiettivi di cui parla la loro propaganda”.

Vi attendete qualche apertura da parte dell’esecutivo sui temi che avete posto, dal precariato all’invio di armi all’Ucraina?
“Non credo, anzi. La guerra prosegue al centro dell’Europa con una escalation imprevedibile in cui l’Italia non è protagonista di un lavoro per i negoziati e la soluzione diplomatica. Addirittura i partiti di governo al Parlamento europeo non si oppongono alla possibilità di deviare i fondi del Pnrr su armi e munizioni. Inaccettabile”.

In piazza c’erano anche esponenti della società civile che si sono associati ad alcune delle vostre battaglie: può essere un punto di partenza per formare un fronte compatto contro il governo?
“Noi non ci tiriamo indietro. La nostra è stata una manifestazione politica aperta, che ha portato in piazza delegazioni di diverse forze di opposizione e molte associazioni, tra cui Arci, Acli e la Rete dei numeri pari. Senza dimenticare i giovani, i precari, gli esodati del Superbonus, i pensionati, le donne che combattono per la proroga di Opzione donna, i percettori di Reddito a cui hanno levato ogni forma di sostegno, i rider, i lavoratori e le lavoratrici sfruttati e sottopagati, i movimenti pacifisti e contro il riarmo”.

E questo fronte può essere anche politico? Vi attendete che la manifestazione sia stata un primo passo verso un ritorno a un campo progressista con il Pd e la sinistra?
“Mi ha fatto piacere che Elly Schlein sia venuta in delegazione nella piazza del M5S. Sono convinta che su salario minimo, lotta al precariato, alle diseguaglianze, alla povertà, all’autonomia differenziata, ci possano essere importanti canali di convergenza. Il campo progressista può unirsi sui temi concreti. Non si può non notare però che ci sono divergenze su temi come guerra, armi e transizione ecologica. Come non si non notare quanto sia forte la corrente interna al Pd ostile al cambiamento e contraria alla linea della nuova segreteria”.

La mobilitazione dei cittadinipuò costringere Meloni e il suo governo ad ascoltare le richieste che arrivano dalle piazze e a dover scendere in qualche modo a patti su alcune delle richieste che avete avanzato?
“Nonostante qualcuno abbia provato a silenziare la piazza romana, noi siamo riusciti nel nostro obiettivo di dimostrare che esiste una forza politica che contrasta le disuguaglianze sociali per una società più equa fondata sulla giustizia sociale e ambientale. Il governo non può non ascoltare chi fuori dal palazzo chiede interventi immediati e un radicale cambio di passo dell’agenda politica. Meno austerity, più sostegni a cittadini, famiglie e imprese”.

Dopo la manifestazione di sabato ci saranno altre mobilitazioni di questo genere nei prossimi mesi?
“Non ci fermeremo, è solo l’inizio. Ora proseguiremo le nostre battaglie in Parlamento ascoltando sempre la nostra base e tutti i cittadini”.