Ma l’emergenza non è solo la tassa sulla casa

di Monica Setta

“L’Imu sarà il primo banco di prova del nuovo governo, poi dobbiamo tornare a parlare di fisco e lavoro. Le imprese sono comunque soddisfatte perchè dopo oltre due mesi di stallo finalmente c’è la speranza che nel nostro sistema torni a circolare liquidità. Pensi, solo qualche settimana di ritardo e l’economia italiana sarebbe andata in default, anzi io preferisco dire più pragmaticamente in cancrena….”. Silvio Fortuna è uno degli imprenditori più “liquidi” del nord est, fatturato in crescita con il brand delle cucine Arc Linea e spinta all’internazionalizzazione già da qualche anno. Parla in modo esplicito, racconta a La Notizia che, prima di Letta junior e del bis di Giorgio Napolitano al Quirinale, il Made in Italy era molto in crisi soprattutto all’estero. “Le rivelo che cosa mi è accaduto nei mesi scorsi mentre stavo trattando una fornitura importante con un’azienda del Canada, questo episodio le darà la misura della gravità della situazione per le imprese, anche per quelle come le nostre del nord est che continuano a produrre…”.

Mi racconti…

“Per la prima volta i canadesi, con cui siamo in affari da un sacco di tempo, hanno chiesto “Credit Rating” ossia garanzie di continuità. Quando abbiamo chiesto il motivo, ci hanno risposto che l’Italia, nella sua fase di stallo dopo le elezioni del febbraio scorso, era considerato un paese “a rischio”. L’assenza del governo, il vuoto della classe politica hanno pesantemente danneggiato l’economia reale che è stata abbandonata a se stessa nel momento più delicato della crisi economica. Ecco perchè abbiamo salutato con entusiasmo la nascita del governo Letta, è stato come un faro nella nebbia”.

Convintissimo che sarà un governo destinato a durare e a fare quelle necessarie riforme economiche e istituzionali di cui ha bisogno il Paese?

“Per adesso giudichiamo dal programma, dai titoli di testa. Ce ne sono sicuramente molti che corrispondono ai problemi che erano stati posti dalle imprese. Ora si tratta di capire con quali risorse di costruiranno le proposte. Come dire che, l’efficienza e la qualità dei provvedimenti dipenderanno dalle scelte che farà il premier”.

Anche per lei Monti è stato il Salvatore della patria?

“Ha assicurato la tranquillità dei mercati, ha rasserenato lo spread. Ma all’economia reale serviva altro. Gli interventi troppo drastici, il rigore fine a se stesso, hanno spinto il Paese al congelamento. Non è che siano mancati i soldi, in Italia, anzi. Il denaro c’è e c’era ma nessuno aveva il coraggio di spenderlo, di farlo circolare. Dopo le elezioni avevamo chiesto un cambiamento vero, serviva un’assunzione di responsabilità collettiva per ridare un orizzonte al Paese. Il governo Letta ha intrapreso subito una strada di equilibrio, ora si tratta di dare seguito alle dichiarazioni di intenti, di passare dalle parole ai fatti. Giudicheremo questo esecutivo sulla base di ciò che farà, ma gli inizi sono stati positivi”.

Dalla sua roccaforte imprenditoriale del nord est come giudica il movimento 5 stelle?

“Le dirò una cosa che la sorprenderà. Il fenomeno del movimento 5 stelle è stato benefico, ha saputo dare una scossa a un sistema che era paralizzato. Davanti all’immobilismo della vecchia politica, Grillo ha saputo portare una ventata di novità, di cambiamento, ha fatto capire che dalla società civile arrivavano istanze di modernità. Certo, alcuni messaggi sono eccessivi, addirittura impropri: la protesta fine a se stessa non avvantaggia nessuno tantomeno le parti sociali, imprese e sindacati. Ma il segnale che qualcosa andava cambiato, questo sì è stato produttivo. Ora toccherà al governo di Enrico Letta dimostrare che fa sul serio per il bene delle aziende ma soprattutto dell’economia e del Paese”.