Maddalena: “Costituzione sotto attacco. Rischio di ritorno alla dittatura”

Parla l'ex vice presidente della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena: "Chi ci governa non ha la caratura per modificarla".

Maddalena: “Costituzione sotto attacco. Rischio di ritorno alla dittatura”

Il Governo Meloni vuole introdurre il presidenzialismo con una riforma costituzionale. Paolo Maddalena, ex vice presidente della Corte Costituzionale, è questa la priorità per il Paese?
“Certo che non lo è. Ritengo che il problema più urgente in relazione alla governabilità dell’Italia è la legge elettorale perché quella attuale fa in modo che una minoranza domini la scena politica. Pensare al semi presidenzialismo sul modello francese è del tutto fuori luogo e basta leggere la loro costituzione, scritta nel 1958 da De Gaulle, per capirlo visto che ritiene che il diritto soggettivo dei singoli sia una concessione dell’autorità e questa ne determina anche i limiti. Tornare indietro su queste posizioni significherebbe infliggere un colpo mortale alla nostra Carta che, al contrario di quella francese, prevede che i diritti inviolabili dell’uomo preesistano, direi per diritto naturale, alla formazione della Costituzione stessa”.

Qual è il suo giudizio su questa ipotetica riforma?
“Sono contrario a qualsiasi forma di modifica della Costituzione perché tutte le volte che i nostri politici ci hanno provato, hanno fatto errori madornali. Pensi all’autonomia differenziata, voluta dal Centrosinistra, che ha fatto dei guai enormi togliendo il comma I dell’articolo 117 della Costituzione che diceva che le ‘Regioni nell’esercitare la loro funzione legislativa devono osservare gli interessi nazionali e quelli delle altre regioni’. Un errore grave che poi si è condensato nell’articolo 116 che parla delle autonomie differenziate, le quali comportano l’attribuzione della competenza legislativa delle Regioni su una lunghissima serie di materie, alcune addirittura di interesse nazionale. È illogico, assurdo e sbagliato, pensare che queste possano essere gestite dalle Regioni eppure è quello che hanno fatto persone che evidentemente non avevano le competenze necessarie per mettere mano alla Costituzione. Guardi la realtà è che i grandi pensatori che hanno partorito la modifica del Titolo V come quelli odierni che pensano al presidenzialismo, finiranno per distruggere il nostro Paese. È il momento che qualcuno faccia capire alla gente costa sta succedendo e che illustri l’importanza della nostra Costituzione che sta per essere travolta e trasformata in una Costituzione oligarchica in cui molti sono i poveri e pochi sono i ricchi. Fin qui mi sembra che il governo abbia dimostrato tutta la propria incapacità, inettitudine e limitata conoscenza dei fondamenti su cui si regge una repubblica democratica come la nostra e per questo non possiamo lasciare che distruggano la nostra Carta”.

Come giudica l’atteggiamento della Meloni?
“Noto nell’atteggiamento della Meloni un convincimento molto retrogrado. Lei va indietro di un paio di secoli e non tiene conto delle conquiste della società e della civiltà. Mi viene il dubbio che si stia cercando di sviare l’attenzione da altro. Anche il silenzio dei media, forse addirittura imposto, sulla grande marcia per la pace fatta domenica in tutta Italia mi fa sospettare che ci sia stato un diktat in tal senso ma non posso affermarlo con certezza. La sensazione è che la premier non vuole che il popolo sia consapevole di tutto ma che sia uno strumento piegato alla sua volontà. E questo è un pericolo enorme perché con tutto il rispetto che si può avere per la Meloni, non può essere lei da sola a decidere le sorti dell’Italia perché quando abbiamo avuto una persona sola al comando non è andata bene”.

In un Paese come l’Italia che dalla Seconda Repubblica si fonda su partiti personalistici, con una riforma di questo tipo non rischiamo derive autoritarie?
“Assolutamente si, può portare alla dittatura o all’oligarchia. La Meloni, la quale è di destra, mi sembra stia andando in questa direzione, forse senza neanche rendersene completamente conto, con riforme che portano a una minore democrazia. Forse qualcuno non ricorda che lei disse che ‘chi va al Governo non deve essere disturbato’ e sta facendo proprio in modo che questa idea diventi realtà”.

La Meloni incontrerà le opposizioni per discutere del suo progetto di riforma. Ma non è una stortura che una modifica così profonda del nostro ordinamento si fondi su un’iniziativa di governo anziché su un’iniziativa parlamentare?
“Certo è vero ma non sarei più tranquillo neanche con una commissione bicamerale. I nostri attuali politici non hanno la minima cultura che consenta loro di modificare questa gemma di sapere che è la nostra Costituzione. Vogliamo mettere a confronto i politici odierni con quelli che fecero la nostra Costituzione? Non scherziamo. Deve essere chiaro che non possiamo lasciare modificare la Costituzione ai nostri attuali politici”.

Fratelli d’Italia vuole il presidenzialismo, Tajani il premierato e la Lega pone l’autonomia differenziata come una pregiudiziale. Non la preoccupa che la maggioranza non abbia una visione comune?
“Questa è gente che non sa quello che vuole. La mia sensazione è che si stia cercando di distrarre l’opinione pubblica da problemi più importanti, tanto più perché non c’è bisogno di cambiare la Costituzione, come quello dell’emergenza climatica oppure quello della guerra in Ucraina. A tal proposito faccio notare che mandare le armi è un errore madornale perché stiamo andando verso un’escalation nucleare e perché la nostra Costituzione vieta che le questioni e le controversie internazionali siano risolte con la guerra. Proprio in base a questo continuare a inviare armi è un atto costituzionalmente illegittimo. Possiamo e dobbiamo aiutare gli ucraini ma non foraggiare il conflitto”.

Storicamente in Italia è difficile portare a casa le riforme costituzionali. A suo parere la Meloni ce la farà?
“È certamente possibile ma dipende dalla stampa perché è con la comunicazione che si forma l’opinione pubblica. Pensi alla comunicazione fasulla di Berlusconi che è stato eletto tre volte pur avendo sempre pensato ai propri interessi e arrecato danni all’Italia, oppure pensi al tentativo, tutt’ora in corso, di riabilitazione del fascismo da parte dei nostalgici”.