Mai tanta evasione recuperata

Meloni sbraitava contro il "grande fratello fiscale" ma una volta al Governo in tema di lotta all'evasione è partita con il piede sbagliato.

Mai tanta evasione recuperata

Recupero record dell’evasione nello scorso anno: 20,2 miliardi di euro. Ernesto Maria Ruffini (nella foto), direttore dell’Agenzia delle Entrate, nel corso di una conferenza stampa, presenta con un certo orgoglio i risultati raggiunti nel 2022: “è il dato più alto di sempre”, dice.

Recupero record dell’evasione nello scorso anno: 20,2 miliardi di euro

All’evento hanno preso parte il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il viceministro, Maurizio Leo. Val la pena rilevare che a questo risultato si è arrivati grazie soprattutto al processo di digitalizzazione del fisco. A partire dalla fatturazione elettronica contro cui si scagliava a suo tempo l’attuale premier Giorgia Meloni. In un post su Facebook del 23 luglio del 2020 Meloni dichiarava che “quando il primo Governo Conte approvava l’obbligo della fatturazione elettronica siamo stati gli unici ad opporci, abbiamo provato a spiegare alle altre forze politiche che quest’ulteriore onere a carico delle aziende comportava un’abnorme e pericolosa raccolta dati. Esporre il tessuto industriale italiano al rischio di profilazione è un errore macroscopico, ma è ancora di più intollerabile il regime di Grande Fratello fiscale che i due governi Conte hanno introdotto”.

In realtà, a onor del vero, l’obbligo dal primo gennaio 2019 di emettere fatture elettroniche tra privati è stato introdotto dal governo Gentiloni con la legge di Bilancio 2018. Ma l’introduzione della e-fattura ha seguito un cammino relativamente lungo iniziato, ancor prima, nel 2014 con l’obbligo di fatturazione nei confronti delle PA centrali, esteso nel 2015 alle amministrazioni locali e nel 2018 alla vendita di carburanti e ai subappaltatori in contratti pubblici. Il dl 119/2018, approvato il 23 ottobre dal governo Conte, introduce poi novità in tema di semplificazione della gestione delle e-fatture e prevede l’obbligo di memorizzazione e trasmissione telematica di scontrini e ricevute fiscali: il cosiddetto scontrino elettronico.

Dal 2019 quindi, tutte le operazioni rilevanti ai fini Iva (a parte poche eccezioni) sono destinate a transitare per i server dell’Agenzia delle Entrate. È stato il governo Draghi, poi, a rendere dal primo luglio 2022 obbligatoria la trasmissione telematica dei pagamenti effettuati tramite Pos. Precedentemente era stata stabilita la trasmissione telematica degli incassi all’Agenzia delle Entrate a partire dal primo gennaio 2020. A spingere per la digitalizzazione del fisco è stata, infine, l’Europa per consentire una maggiore tracciabilità dei pagamenti.

Se si guardano i dati sull’evasione fiscale negli anni emerge che c’è una correlazione abbastanza evidente fra l’introduzione della fattura elettronica e la riduzione dell’evasione Iva e dell’evasione fiscale in generale. I dati sull’evasione dell’Iva registrano un calo dal 2016 in cui era ferma a quota 34,6 miliardi ai 27,7 miliardi del 2019 (anno di entrata in vigore della fattura elettronica) fino ai 25,2 miliardi del 2020. Se si guarda alla serie storica dell’evasione fiscale e contributiva (fonte Mef- Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva) siamo passati da 106,8 miliardi del 2016 a 89,8 miliardi del 2020.

La Meloni sbraitava contro il “grande fratello fiscale” e una volta al Governo in tema di lotta all’evasione è partita con il piede sbagliato

Ma questo governo, la cui leader sbraitava contro il “grande fratello fiscale”, come abbiamo ricordato sopra, è partito col piede sbagliato in tema di lotta all’evasione. Dall’innalzamento del tetto all’uso del contante, inserito in Manovra, al tentativo, che l’Europa gli ha fatto rimangiare, di limitare i pagamenti elettronici. Per non parlare dei condoni e delle sanatorie varati con cui lo Stato perderà almeno un paio di miliardi di entrate. Leo ieri ha ribadito, peraltro, che la strada è quella della tregua fiscale. Insomma con questo governo la pacchia per gli evasori è iniziata, verrebbe da dire.

Ritornando ai dati forniti da Ruffini, dei 20,2 miliardi complessivamente riportati nelle casse dello Stato lo scorso anno, 19 miliardi derivano dalle ordinarie attività di controllo, così suddivisi: 10,9 miliardi da versamenti effettuati tramite F24 a seguito di attività di controllo, 3,2 miliardi da lettere per la compliance e 4,9 miliardi da cartelle di pagamento di Agenzia delle Entrate-Riscossione. Gli incassi da misure straordinarie (pace fiscale e “rottamazioni”), invece, ammontano a 1,2 miliardi.

La complessiva attività di Agenzia delle Entrate-Riscossione, svolta anche per altri enti, ha consentito di recuperare 10,8 miliardi

La complessiva attività di Agenzia delle Entrate-Riscossione, svolta anche per altri enti, ha consentito di recuperare 10,8 miliardi: 9,2 miliardi tramite attività ordinarie e 1,6 miliardi tramite la rottamazione-ter e il saldo e stralcio. Sempre con riferimento al recupero conseguito da Agenzia delle Entrate i 3,2 miliardi di incassi da compliance (ovvero quelli riferiti ad anomalie riscontrate nelle dichiarazioni) sono stati del 52% più alti del 2019, quando le somme relative agli “alert” del Fisco si fermarono a quota 2,1 miliardi.

Da gennaio a dicembre 2022 sono state più di 2,5 milioni le comunicazioni inviate, superando in maniera significativa gli obiettivi stabiliti dal Pnrr, sia con riguardo al numero di comunicazioni inviate che agli incassi, pari al 20% in più dell’obiettivo prefissato. Nell’ambito delle attività antifrode nel 2022 sono stati bloccati crediti fittizi per 9,5 miliardi: 6,3 miliardi generati da bonus edilizi e 2,1 miliardi intercettati all’atto della cessione.

A questi dati si sommano 912 milioni di indebite compensazioni e 207 milioni di rimborsi Iva non spettanti. Sempre nel 2022 è cresciuto inoltre il gettito spontaneo: i tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate versati dai contribuenti sono stati pari a quasi 510 miliardi (+11% rispetto al 2021) mentre i rimborsi erogati a famiglie e imprese hanno sfiorato i 20 miliardi, di cui 17 erogati a favore di imprese.