Mai visto il bilancio di previsione. Al Senato la trasparenza latita. L’anno è quasi finito e dei conti 2020 non c’è traccia. Mentre la Camera ha approvato il documento da mesi

Sembra una barzelletta ma non lo è. Mancano solo 42 giorni alla fine dell’anno eppure c’è un organo dello Stato che ancora – incredibilmente! – non consegna, non discute né tantomeno approva il bilancio di previsione 2020. Si dirà: certamente parliamo di un organo secondario, un organo talmente remoto da potersi permettere di andare lento pede, lentissimo pede per pratiche amministrative così fondamentali. E invece no. L’istituzione di cui parliamo è il Senato della Repubblica italiana, l’organo formalmente secondo soltanto alla presidenza della Repubblica. Il Consiglio di presidenza, al cui vertice siede la seconda carica dello Stato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, non ha ancora trovato il tempo di esaminare e approvare il bilancio di previsione. Quale la ragione di tale ritardo? Mistero.

Certo, c’è l’emergenza Covid, che ha costretto Palazzo Madama ad andare avanti a ritmo alternato di settimana in settimana tra convocazioni d’Aula e lavori delle Commissioni. Ma, al di là delle retoriche giustificazioni e dei formali alibi, i fatti dicono che i tempi dell’altro ramo parlamentare, la Camera dei Deputati (che il bilancio di previsione lo ha regolarmente approvato prima in Ufficio di presidenza e poi, prima della pausa estiva, in Aula) ha avuto tempi decisamente più celeri.

ALTRO RAMO, ALTRO ESEMPIO. La questione, manco a dirlo, non è di poco conto, specie considerando il periodo. Vista l’emergenza Covid è verosimile che delle variazioni di bilancio siano nel frattempo sopraggiunte. Così come avvenuto alla Camera. A luglio (cinque mesi fa!) Montecitorio comunicava che tra mascherine, termoscanner e ambulanze a presidio, la Camera, avrebbe speso per quest’anno 2,5 milioni di euro in più rispetto a quanto stabilito nel bilancio di previsione 2020 (consegnato, tanto per essere chiari, mesi e mesi prima). L’emergenza, d’altronde, non può che costare caro anche agli onorevoli e alle casse pubbliche. E ci mancherebbe.

Se però Montecitorio ha dimostrato immediata trasparenza a riguardo, quanto abbia inciso la prevenzione di tutti – senatori, assistenti e dipendenti – a Palazzo Madama rimane un mistero che, forse verrà svelato a breve Secondo quanto risulta al nostro giornale – ma saremmo felicissimi di essere smentiti sui tempi – ci vorranno ancora due o tre settimane prima che il bilancio di previsione 2020 arrivi al Consiglio di presidenza. Dopodiché i passaggi sono canonici: il testo arriverà in Aula per un’approvazione che a quel punto non può che essere formale arrivata a ridosso della fine dell’anno. Termine oltre il quale non dovrebbe comunque arrivarsi per scongiurare il rischio di cadere nell’esercizio provvisorio. Meglio evitare.

TUTTI IN ATTESA. Resta a questo punto la domanda: cosa ci sarà nel bilancio di previsione 2020? Vedremo. Stando al bilancio di previsione 2019, Palazzo Madama è costato l’anno scorso, al netto delle restituzioni allo Stato, 544 milioni di euro, rispetto ai 539 del 2018. Cinque milioni in più che, come specificato nella relazione dei questori, sono imputabili alle “spese derivanti dallo sblocco del turn-over” e, dunque, ai prossimi concorsi per rimpiazzare una fetta di dipendenti prossimi alla pensione. Anche in quel caso, nel 2019, il bilancio di previsione tardò ad arrivare. Ma non tanto come quest’anno. Tra i buoni propositi per il 2021 non guasterebbe l’impegno, per il futuro, di arrivare di nuovo alle calende greche.