Mancano 300 milioni. La Roma-Latina si ferma prima di partire

Per realizzare i primi 13 chilometri della Roma-Latina il governatore Rocca batte cassa al ministro Salvini.

Mancano 300 milioni. La Roma-Latina si ferma prima di partire

La storia infinita. E la Roma-Latina diventa, secondo lo stesso presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, un po’ come la Salerno-Reggio Calabria. Un auspicio non proprio dei migliori, che sembra voler richiamare l’immagine di un’eterna (almeno fino a poco tempo fa) incompiuta. La speranza è che per completare quest’infrastruttura ci vogliano meno decenni di quelli che sono stati necessario per l’autostrada che collega Salerno con Reggio Calabria.

Per realizzare i primi 13 chilometri della Roma-Latina il governatore Rocca batte cassa al ministro Salvini

Anche se le premesse non sembrano incoraggianti. Già, perché non solo i lavori ancora non partono, ma mancano persino i soldi. E il presidente Rocca lo ammette quando parla delle infrastrutture regionali, sottolineando che “siamo molto indietro”, ma felicitandosi del fatto che venga dato “atto che questa giunta, con il supporto del governo, ha avviato lo sblocco di importanti opere”. Sblocco del tutto parziale, però, se consideriamo che la giunta sta ancora “cercando risorse: mancano 300 milioni per fare partire i primi tredici chilometri della Roma-Latina”. Insomma, la Roma-Latina per Rocca è “come la Salerno-Reggio Calabria per il Sud”.

Difficile capire se il presidente della Regione si riferisca alla centralità dell’opera o al fatto che non si riesca proprio a completarla. Anzi, in questo caso neanche a realizzarla. In ogni caso, assicura Rocca parlando all’Assemblea generale di Unindustria, “stiamo dialogando con il ministro Salvini per reperire queste risorse”. Il presidente si dice certo che queste “risorse arriveranno”. Per l’autostrada di cui “si parla ormai da 25 anni” e per la quale mancano 300 milioni per partire con i primi 13 chilometri.

Senza dubbio, le garanzie di Rocca derivano dal fatto di avere un governo e un ministro – in questo caso Salvini – amico, che si schiera dalla stessa parte della Regione. Perché, come visto in più occasioni a Roma (da Expo all’Antiriciclaggio Ue), l’esecutivo non ha timori a tirarsi indietro quando si tratta di dare una mano a un’istituzione guidata da una maggioranza diversa dalla propria. Che la Roma-Latina sia fondamentale lo pensa anche il presidente di Unindustria, Angelo Camilli, tanto da chiedere “un calendario credibile” per quest’opera, insieme a “garanzie sulla realizzazione della nuova Latina-Frosinone”.

L’infrastruttura non si sblocca. I 5 Stelle chiedono di abbandonarla per puntare su treni e metro leggera

Eppure, dopo tutti questi anni qualche dubbio viene. Sia per un progetto vecchio che per la mancanza dei fondi. Perplessità vengono espresse, per esempio, dal capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Lazio, Adriano Zuccalà, che evidenzia come ieri si sia scoperto “che mancano all’appello 300 milioni per l’autostrada Roma-Latina, un progetto vecchio di 30 anni, che, nonostante la nomina di un commissario straordinario, non ha ancora un tracciato definitivo e una soluzione al nodo dell’accesso a Roma”. I punti critici ci sono e non sembrano risolversi, nonostante annunci su annunci. Si doveva chiudere già entro fine anno, eppure ancora non ci sono novità, a parte l’ammissione della mancanza di fondi.

“Non possiamo assistere ancora a questo teatrino – protesta Zuccalà -. Esistono pendolari che quotidianamente rischiano la vita sulla Pontina e agricoltori a cui vogliono espropriare le terre: è nei loro confronti che la politica ha la responsabilità di fornire risposte concrete e sostenibili per tutti”. La soluzione, per l’esponente 5S, è quella di abbandonare “questa idea datata, costosa ed enormemente impattante sul nostro territorio e di iniziare a lavorare seriamente su progetti alternativi come la metro leggera, il potenziamento delle stazioni ferroviarie, il proseguimento della linea B della metropolitana di Roma”. Ipotesi che, però, la Regione non sembra considerare.