Le Lettere

Mancava il liceo Frankenstein

Faccio l’insegnante da 30 anni e a sentire la Meloni che vuole fare il liceo del Made in Italy mi sono cascate le braccia. Come si può essere così infantili?
Luisa Loverso
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Gentile lettrice, la Meloni è giovane e maturerà (?). Però i danni al Paese li fa adesso che è immatura come un fico a primavera. Anch’io ho scosso la testa sentendo quelle cose senza capo né coda. Sono due i concetti sgangherati espressi dalla dama della Garbatella. Il primo: “Negli istituti tecnici, come agraria, c’è una capacità di sbocco professionale più alta, e questi sono i licei, per come la vedo io”. Non ha capito niente: gli istituti tecnici furono concepiti proprio con lo scopo di creare sbocchi professionali. Invece i licei no: sono raffinate scuole di formazione e preparazione a una sapienza professionale che si consegue dopo, all’università. Ragionamento troppo arduo per lei. L’altra idea: “Vogliamo creare i licei del Made in Italy per spiegare il legame tra la nostra cultura e la nostra identità”. Che significa? Nulla. È Made in Italy l’ingegneria motoristica (Ferrari, Maserati, Lamborghini), così come è Made in Italy l’abbigliamento, la progettazione di elettrodomestici, l’enogastronomia, la cantieristica navale, l’architettura d’interni, ecc. Solo una Meloni col suo diploma alberghiero può pensare di mettere insieme cose così diverse tra loro: un liceo Frankenstein, altro che sbocco professionale. Del resto, il nostro sistema scolastico fu ideato da uno dei maggiori filosofi italiani, Giovanni Gentile, nominato ministro da Mussolini. Oggi abbiamo invece un Valditara nominato da “Gioggia”. Tutto chiaro, no?

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