Senza censura

Manfredi e il sospetto di un conflitto di interesse

Manfredigate e le mani sulla città. Napoli è in attesa che il Magnifico Rettore risponda alle domande che gli sono state poste.

Manfredi e il sospetto di un conflitto di interesse

Manfredigate e le mani sulla città. Napoli è in attesa che il Magnifico Rettore, protagonista di magnifici emolumenti, ghiotte consulenze e percettore di denari in maniera illegittima, risponda alle domande che gli sono state poste e che sinora ha eluso. Sostiene che i fatti sono vecchi ma ciò non è vero. Sostiene di essere innocente ma che ha deciso di pagare (un raro caso di filantropo di ultima generazione) perché altrimenti il processo sarebbe durato a lungo (le indagini sono state lunghe, ma il processo innanzi alla Corte dei Conti è breve). In realtà le prove sono importanti ed aveva puntato su pagare meno (molto meno) e silenziare tutto (operazione fallita). E persino adesso non vuole dire chi sono i committenti degli indebiti incarichi ricevuti.

I collaudi sono pericolosi per un pezzo di classe dirigente napoletana, i meno giovani ricorderanno lo scandalo dei giudici collaudatori. Poi non dissipa il Magnifico il legittimo sospetto di conflitti di interesse. Ma c’è di più: in due anni ha creato una rete di consulenze ed incarichi che coinvolgono una chiara cerchia di potere. Ha messo in atto, con un appiattimento ed un silenzio colpevole di quasi tutto il Consiglio comunale, l’inizio della svendita del patrimonio pubblico di pregio. Per passare al prepotente saccheggio della città con le modifiche al piano regolatore che vuole mettere in atto, coronando il sogno di speculatori ed affaristi, quei poteri forti soprattutto del cemento che anelano di poter mettere le mani sul centro storico di Napoli, su Bagnoli, su Napoli Est, sull’area nord, insomma sulla città che ha ancora tanto territorio da valorizzare e che invece questi centri di potere vogliono saccheggiare. Napoli non ha bisogno di altro cemento e di svendita dei beni comuni. Ha necessità di completare la bonifica di Bagnoli che con la nostra amministrazione abbiamo concretamente avviato, e di realizzare il piano di rilancio di Bagnoli che approvammo avendo ottenuto anche l’intesa con Governo e Regione.

Nell’area orientale, dopo aver impedito l’installazione di altre produzioni di energia pericolosa e portato avanti bonifiche rilevanti, si deve continuare nella valorizzazione del territorio, dalla spiaggia pubblica a taverna del ferro, dalle infrastrutture agli impianti ricettivi. E puntare, in generale, su una forte e trasparente sinergia pubblico-privato in un’ottica di valorizzazione della città e non di svendita dei beni comuni e speculazioni ambientali, immobiliari ed affaristiche.