La Manovra arriva al rush finale, al via l’esame alla Camera con la fiducia e il voto previsto per martedì

Inizia alla Camera la seconda lettura della manovra da 22 miliardi. Testo blindato, fiducia del governo e voto finale previsto per martedì.

La Manovra arriva al rush finale, al via l’esame alla Camera con la fiducia e il voto previsto per martedì

Parte alla Camera l’esame in seconda lettura della legge di bilancio da 22 miliardi di euro, licenziata dal Senato poco prima di Natale e destinata ad arrivare al voto finale martedì. Un passaggio parlamentare rapido e senza margini di modifica, necessario per evitare il ricorso all’esercizio provvisorio e chiudere l’iter entro la fine dell’anno.

I lavori sono iniziati in Commissione Bilancio a Montecitorio con l’illustrazione del provvedimento da parte dei relatori Andrea Barabotti per la Lega, Andrea Mascaretti per Fratelli d’Italia e Roberto Pella per Forza Italia. Per il governo è presente la sottosegretaria all’Economia Sandra Savino. Dopo l’avvio della discussione generale, è attesa entro le 14 la scadenza per la presentazione degli emendamenti, che tuttavia non porteranno a cambiamenti sostanziali.

La Manovra arriva al rush finale, al via l’esame alla Camera con la fiducia e il voto previsto per martedì

Il testo approdato dalla Camera alta è infatti “blindato”: i tempi non consentono una terza lettura parlamentare e qualsiasi modifica farebbe slittare l’approvazione oltre il 31 dicembre. Una corsa contro il calendario che impone una tabella di marcia serrata. La Commissione dovrebbe chiudere i lavori già domani, lasciando spazio all’esame dell’Aula, con la discussione generale fissata dalle 16.

In serata, intorno alle 19, il governo dovrebbe porre la questione di fiducia, che verrà votata lunedì sera. Il passaggio finale è previsto per martedì 30 dicembre, quando la Camera sarà chiamata ad approvare definitivamente la manovra economica. Con questo voto, l’esecutivo punta a mettere in sicurezza i conti pubblici e a consegnare al Paese una legge di bilancio già operativa dal primo gennaio, chiudendo una delle fasi politicamente più delicate dell’anno.

Opposizioni sul piede di guerra

Il governo Meloni ha “tradito il Paese” perché ha fatto “l’esatto contrario di quanto promesso in campagna elettorale”, fallendo su economia, welfare e servizi pubblici. È l’accusa del capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, che in una intervista a Repubblica boccia senza appello la quarta legge di bilancio dell’esecutivo, sostenendo che “gli alibi del governo sono finiti”.

Secondo Boccia, le promesse di riduzione delle tasse sono state smentite dai dati: la pressione fiscale, afferma, ha raggiunto il 42,8% del Pil, il livello più alto degli ultimi dieci anni. Sul fronte previdenziale, il governo non solo non ha cancellato la legge Fornero, ma ha contribuito ad allungare l’età pensionabile. Critiche anche all’autonomia differenziata: dopo lo stop parziale, l’esecutivo ha reintrodotto i Lep in Manovra, “abbandonando aree interne e Mezzogiorno”, tanto che il Pd annuncia un ricorso alla Consulta.

Il capogruppo dem denuncia inoltre una situazione economica e industriale “drammatica”: produzione industriale in calo in 34 mesi su 38, cassa integrazione in aumento dalle 400 milioni di ore del 2023 alle 600 milioni previste nel 2025, e nessuna risorsa stanziata per il piano casa da 15 miliardi annunciato dal governo. “Senza il Pnrr, che vale quasi un punto di Pil, l’Italia sarebbe già in recessione”, sostiene Boccia, citando analisi di Istat, Corte dei conti, Bankitalia e Ufficio parlamentare di bilancio che indicano una crescita zero per il prossimo anno.