Manovra, doppia beffa per Salvini: nuova stretta sulle pensioni anticipate e rinvio del Ponte sullo Stretto

Le modifiche della Manovra sono una doppia beffa per Salvini: nuova stretta sulle pensioni anticipate e rinvio del Ponte sullo Stretto.

Manovra, doppia beffa per Salvini: nuova stretta sulle pensioni anticipate e rinvio del Ponte sullo Stretto

Una Manovra riscritta, con un grande sconfitto: Matteo Salvini e il suo Ponte sullo Stretto. Il governo ha depositato al Senato l’emendamento (di 30 pagina) che riscrive gran parte della Manovra e che posticipa la realizzazione del Ponte sullo Stretto. La decisione dipende dai ritardi sulla tabella di marcia, soprattutto dopo lo stop della Corte dei Conti alla delibera che avrebbe dovuto dare il via libera ai lavori.

Modifiche che rallentano ulteriormente l’iter parlamentare. L’esame nell’Aula del Senato inizierà solamente il 22 dicembre, con il via libera atteso per il 23, praticamente senza discussione. Alla Camera l’approvazione (anche qui senza discussione) è prevista tra Natale e la fine dell’anno.

Ponte sullo Stretto, 780 milioni spostati al 2033

I fondi del Ponte sullo Stretto verranno quindi rimodulati, con 780 milioni iscritti nel bilancio di quest’anno che saranno spostati al 2033. Non cambia, comunque, la cifra complessiva per realizzare l’opera, ovvero 13,5 miliardi. Il rinvio viene spiegato da un “aggiornamento dell’iter amministrativo”, che vuol dire di fatto che dipende dai ritardi nella realizzazione dell’opera, tanto che nella relazione dell’emendamento di parla anche di mancato “perfezionamento degli impegni relativi alle somme” previste quest’anno.

Manovra, nuova beffa sulle pensioni anticipate

Non manca un’altra, l’ennesima, stretta in tema di pensioni. E un’altra beffa per Salvini, che prometteva di cancellare la legge Fornero e allargare le maglie delle pensioni anticipate. La finestra mobile di tre mesi per l’uscita anticipata si allungherà a quattro mesi per chi raggiungerà i requisiti nel 2032 e nel 2033, a cinque mesi nel 2034 e a sei mesi dal 2035. C’è anche un’altra stretta riguardante il riscatto della laurea breve per la pensione anticipata, che scatterà nel 2031. Tra i requisiti per raggiungere i 42 anni e 10 mesi di contributi non “concorreranno sei mesi tra quelli di anzianità contributiva riscattati per la laurea breve”.

Arriva pure l’ennesima stangata, stavolta sulle assicurazioni. Il governo infatti introduce un contributo da 1,3 miliardi a carico delle assicurazioni, che entro il 16 novembre di ogni anno dovranno versare un acconto dell’85% del contributo sul premio riguardanti i veicoli e i natanti dovuto per l’anno precedente.

Tra le novità c’è anche il silenzio-assenso per i neo assunti: da luglio ci sarà il trasferimento automatico del Tfr alla previdenza complementare, in caso di opposizione l’assunto avrà 60 giorni per comunicarlo. La scelta può poi essere revocata in un secondo momento.

Sul fronte delle imprese, l’iper e superammortamento per chi acquista beni strumentali saranno estesi fino al 30 settembre 2028, come richiesto da Confindustria. Cambia anche la misura, cancellando le super aliquote per gli investimenti green: il valore massimo si fermerà al 180% e non al 220%.