Che il bicameralismo sia ormai superato, in Italia, non ci sono dubbi. Almeno nei fatti. E quest’ultima Manovra lo dimostra senza ombra di dubbio. Anche se in questo caso sarebbe meglio dire che il Parlamento è stato superato in entrambe le Camere, con una legge di Bilancio più volte riscritta dal governo e con pochissimi passaggi in Parlamento, tra cui quello della notte di tensione sulle pensioni.
Ora a certificare questo superamento del bicameralismo ci pensa anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, parlando proprio in replica alla discussione generale sulla Manovra: “I Parlamenti sono nati per approvare i bilanci e le democrazie parlamentari, alcuni grandi democrazie europee non sono in grado di approvare il bilancio e anche l’iter di approvazione nel Parlamento italiano – ve lo dice uno che ne ha visti tanti – è andato via via perdendo la centralità, la dimensione che dovrebbe essere propria, con di fatto un monocameralismo che constatiamo da diversi anni: questo dovrebbe interrogare tutti noi su come le democrazie parlamentari dovrebbero aggiornarsi per essere al passo coi tempi e mantenere le prerogative per cui sono nate”.
Il requiem di Giorgetti al Parlamento
Insomma, Giorgetti dice chiaramente che ormai i Parlamenti hanno ruoli diversi rispetto al passato e di certo si tratta di un ruolo sempre meno centrale. Siamo di fronte a un monocameralismo di fatto, svuotato ancor di più dai tantissimi decreti governativi e dalle discussioni quasi azzerate. E per il ministro dell’Economia è ora di interrogarsi sul futuro delle democrazie parlamentari.
Giorgetti ha, ovviamente, anche parlato di Manovra, rispondendo a chi parla di austerità e preferendo invece la parola “prudenza”, dettata dall’elevatissimo debito pubblico. Un passaggio Giorgetti lo dedica anche alla tassa sui piccoli pacchi extra-Ue che ha suscitato tante polemiche. La logica del governo, spiega il ministro, è che i negozi sono in difficoltà e bisogna aiutarli. Lo statalismo, quindi, prevale ancora una volta sul libero mercato per l’esecutivo Meloni.
“Ci sono anche i negozi fatti da persone – dice il ministro – uomini e donne che di fronte a questa concorrenza non fair sono costretti a chiudere. Si è detto che sia una maggior tassazione a carico dei consumatori: no. Qualcuno anche in Europa ha capito che, se non si faceva nulla, l’overcapacity di alcuni paesi asiatici, con l’invasione di questi piccoli pacchi avrebbe distrutto anche con riflessi economici e sociali la rete del commercio. Non è solo una politica fiscale, io la rivendico, sono tra quelli che in Europa l’ha proposta”.