Manovra senza visione: Legacoop e Prometeia smontano la Legge di Bilancio

In attesa delle audizioni sulla Manovra, arriva il giudizio negativo del Centro Studi Legacoop e Prometeia.

Manovra senza visione: Legacoop e Prometeia smontano la Legge di Bilancio

L’economia italiana è ferma. Ce lo ha ricordato l’Istat giovedì: nel terzo trimestre si è concretizzata una crescita zero. E questa Manovra, improntata alla prudenza e all’austerity, anche per avere l’agio di aumentare le spese per la Difesa a livelli record, avrà impatto zero sul Pil.

La legge di bilancio ha formalmente iniziato il proprio cammino in Parlamento. E, in attesa che lunedì si aprano le danze delle audizioni, arrivano i giudizi negativi del Centro Studi Legacoop e Prometeia. La Manovra si colloca in un quadro di vincoli europei più stringenti e di margini di manovra fortemente limitati, che ne condizionano la portata espansiva e l’efficacia nel sostenere crescita, investimenti e redditi familiari, evidenzia il rapporto Legacoop-Prometeia.

La politica di bilancio italiana risulta di fatto “ingessata” fino al 2029 dal Piano strutturale di bilancio di medio termine adottato nell’ottobre 2024.

Una Manovra piccola piccola

“L’analisi dei documenti e dello scenario in cui si colloca il paese – commenta Simone Gamberini, presidente di Legacoop – obbliga a parlare di ‘manovra di corto respiro’. Il difficile contesto internazionale e il progressivo venir meno delle risorse del Pnrr determinano un preoccupante rallentamento dell’economia: senza un deciso cambio di passo nelle politiche per la crescita, il Paese rischia una nuova stagione di stagnazione. Noi avevamo chiesto al Governo politiche industriali per favorire gli investimenti delle imprese, e interventi concreti per l’aumento del potere d’acquisto dei lavoratori. La Legge di Bilancio 2026, diversamente, fotografa un Paese che rinuncia a guardare avanti, costretto da vincoli europei e da una prudenza che rischia di diventare rinuncia”.

La nuova governance economica europea, in vigore dal 2024, impone all’Italia un limite medio di crescita della spesa netta pari all’1,6% annuo, vincolo che riduce sensibilmente la possibilità di interventi espansivi. Nel rispetto di tale cornice, la Manovra 2026 risulta la più piccola dell’ultimo decennio, con un ammontare lordo, che identifica il totale delle risorse destinate a misure espansive, pari allo 0,8% del Pil e un impatto netto sul saldo appena dello 0,1%.

Sull’altare della prudenza si sacrifica la crescita

La scelta del Governo, evidenzia lo studio, è improntata alla prudenza: l’obiettivo principale resta quello di mantenere il percorso di rientro del deficit delineato in aprile, con un disavanzo previsto al 2,8% del PIL nel 2026, in calo al 2,6% nel 2027 e 2,3% nel 2028. Il debito pubblico, tuttavia, continuerà a crescere fino al 2027, limitando ulteriormente gli spazi per nuovi interventi strutturali.

L’analisi di Area Studi Legacoop e Prometeia sottolinea come l’impatto della Manovra sulla crescita del Pil sia sostanzialmente neutrale nel 2026, e di +0,1% nel 2027 e 2028, con un aumento del contributo della domanda interna che deriverebbe, soprattutto, da maggiori investimenti e consumi pubblici, mentre l’impatto sui consumi privati è marginale e solo nel 2028.

In materia di fisco e sostegno al potere d’acquisto, l’impatto complessivo è restrittivo per circa 800 milioni di euro. La revisione Irpef è solo una parte della delega di riforma fiscale in attesa di attuazione; gli sgravi per determinate voci contrattuali sono temporanei e con limitato impatto macroeconomico.

Misure insufficienti per il recupero del potere d’acquisto

In ogni caso, il recupero del potere d’acquisto che viene dagli sgravi fiscali e dai trasferimenti non è sufficiente a compensare le perdite dovute all’inflazione. Nel complesso, la pressione fiscale resta elevata: 42,8% del Pil, in aumento rispetto al 42,5% del 2024, il livello più alto dell’ultimo decennio.

Mancano risorse significative e di ampio respiro per lo sviluppo. Non trova spazio un programma rilevante di incentivazione agli investimenti innovativi e alla ricerca, determinanti per migliorare produttività e competitività. Complessivamente, insomma, la Manovra movimenta poche risorse, in coerenza con gli spazi limitati che consente il rispetto dei vincoli.

Ma tra le risorse allocate a misure espansive circa un quarto sono destinate a interventi con basso/nullo impatto sulla crescita, tra cui la rottamazione delle cartelle, il fondo per fare fronte alle sentenze di condanna dalla Corte di giustizia europea e da plessi nazionali, il differimento di plastic tax e sugar tax.

Sul fronte della spesa sanitaria, l’aumento previsto nel 2026 riporta il rapporto spesa/Pil ai livelli del 2016, ma è in gran parte destinato ai dipendenti, non colma le aumentate necessità per investimento e spesa per farmaci innovativi.