Marò, operazione al cuore per Massimiliano Latorre. Intervento superato senza problemi per un difetto congenito. Ora è in forse il rientro in India

Già da qualche giorno era ricoverato al policlinico di San Donato di Milano. E ieri il marò Massimiliano Latorre, che con il commilitone Salvatore Girone è accusato in India della morte di due pescatori durante un’operazione anti-pirateria nel febbraio 2012, è stato operato al cuore per un difetto congenito. L’intervento chirurgico per la chiusura del forame ovale pervio (PFO), eseguito dal dottor Mario Carminati, responsabile di Cardiologia pediatrica e delle cardiopatie congenite dell’adulto, ha avuto esito positivo. La decisione è stata presa dopo che gli accertamenti diagnostici eseguiti in precedenza non hanno identificato fattori di rischio ricollegabili all’evento ischemico subito dal paziente, se non appunto la presenza di PFO.

I RISCHI
Il forame ovale pervio è un’anomalia cardiaca in cui l’atrio destro comunica con l’atrio sinistro, permettendo così il passaggio di una quantità più o meno rilevante di sangue dall’atrio destro all’atrio sinistro e può essere fonte di “embolia paradossa”: un trombo presente in atrio destro può cioè passare in atrio sinistro ed entrare nella circolazione sistemica. Se questo trombo, anche di piccole dimensioni, entra in un’arteria cerebrale può occluderla causando un’ischemia cerebrale più o meno grave.

I TEMPI
E quanto tempo Latorre resterà al San Donato ancora non è stato stabilito. Ma di prassi, secondo quanto si apprende in ospedale, la degenza dura solo “qualche giorno”. Non può ricevere alcuna visita, anche di persone che ricoprono cariche istituzionali. Il divieto sarebbe arrivato dal ministero della Difesa per evitare qualsiasi contatto con estranei. Per questo il fuciliere è ricoverato in una stanza nel reparto solventi “blindatissimo”, piantonato da carabinieri in borghese.

SCONTRI DIPLOMATICI
A dir la verità già lo scorso dicembre si era parlato di una possibile operazione per l’8 gennaio, rendendo particolarmente delicato un trasferimento in India nei giorni immediatamente successivi. Ma, come fatto notare anche dal governo indiano, a Delhi è rimasto Girone, considerato dall’India unica garanzia per il ritorno di Latorre. Motivo per cui al secondo marò, “recluso” nell’ambasciata italiana in attesa del processo sulla morte di due pescatori indiani scambiati per pirati nel febbraio 2012, è stata negata a dicembre una “licenza natalizia” per poter passare le feste a casa. E così lo scontro tra i due Paesi continua. Con l’India che vuole nel suo territorio i due fucilieri accusati di omicidio. Intanto l’ambasciatore italiano in India, Daniele Mancini, è rientrato a New Delhi dopo aver trascorso due settimane a Roma. Era stato richiamato per consultazioni sul caso Marò dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, proprio in seguito all’ultimo “no” della Corte Suprema alle richieste dei marò.