Massimo Panzeri: il sindaco leghista di Merate va a processo perché istigò a violare i Dpcm

Massimo Panzeri, primo cittadino di Merate, rischia una condanna da sei mesi a cinque anni di carcere. Dovrà comparire in tribunale

Massimo Panzeri: il sindaco leghista di Merate va a processo perché istigò a violare i Dpcm

Consigli ai cittadini? O istigazione a contravvenire ai Dpcm del Governo? A deciderlo saranno i giudici. Che dovranno pronunciarsi sulla condotta del sindaco leghista di Merate, Massimo Panzeri.  Il primo cittadino del Comune in provincia di Lecco rischia una condanna da sei mesi a cinque anni di carcere, dopo il rinvio a giudizio per istigazione alla violazione delle norme
disposto ieri nel corso dell’udienza preliminare dal Gup Salvatore Catalano (prima udienza 8 novembre).

Massimo Panzeri: il sindaco leghista di Merate va a processo perché istigò a violare i Dpcm

Panzeri dovrà comparire in tribunale, stavolta nella veste di imputato, per i “consigli” pronunciati in un video diretto ai suoi concittadini durante una diretta Facebook in piena pandemia. I fatti contestati, risalgono al primo lockdown, durante il quale il sindaco spiegava come evitare i controlli delle forze dell’ordine. Sì proprio così, consigli utili su come aggirare le restrizioni introdotte dal Governo per contenere il dilagare della pandemia. Qualche esempio? Alla domanda di un concittadino, che chiedeva se potesse andare in un negozio per far riparare un elettrodomestico rotto, Panzeri rispondeva suggerendo soluzioni come questa: “Se la fermano non dica che sta facendo un giro, dica che sta andando a trovare un parente o un amico“.

Più o meno lo stesso suggerimento dato ad un disabile che lamentava di essere  “rinchiuso in casa da due mesi”, che gli chiedeva: “Posso andare a fare un giro in auto?”. E pure a una donna che voleva portare ad aggiustare un elettrodomestico: “Se la bloccano può sempre spiegare che sta andando a fare la spesa. Ci sono tanti modi per “aggirare”, faccio per dire, queste norme…”. Risposte infelici, niente di più, a sentire il sindaco di Merate, quelle parole finite nel mirino degli investigatori della Digos di Lecco. Che hanno acquisito il video poi segnalato e inoltrato alla Procura dell Repubblica. Abbastanza, secondo il pm, per chiedere il rinvio a giudizio poi concesso dal Gup.

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Le accuse al sindaco leghista di Merate

“A distanza di mesi, una delle due persone le cui domande mi hanno causato tutto questo, mi ha contattato e si è scusata, rammaricata, di avermi messo in  difficoltà. Gli ho risposto di stare tranquillo – racconta Panzeri -. La colpa è solo mia che ho dato una risposta non  appropriata. Ho ricevuto la solidarietà di tante persone che mi hanno confidato di trovare surreale tutta questa vicenda”. Ma non è tutto.

“Speravo che la vicenda si potesse chiarire e chiudere in questa fase – aggiunge il primo cittadino di Merate commentando il suo rinvio a giudizio -. Non è andata così anche se continuo a restare convinto della buona fede delle mie azioni. Ora, toccherà ai miei legali far emergere nel corso del dibattimento le motivazioni alle mie parole. Attendo fiducioso la fine del procedimento – conclude Panzeri -. Il mio avvocato ha cercato di contestualizzare il periodo in cui il video è stato trasmesso. Eravamo in piena pandemia. E dovevamo tutti rapportarci con le nuove norme dei vari Dpcm che si succedevano uno dopo l’altro. Il video, di 25 minuti, illustra le disposizioni che stavano per entrare in vigore. Oggi ci siamo  abituati ma allora non era così e molti erano scombussolati”