Mattarella si fa sentire, non gli piacciono le nomine pensate da Renzi. A cominciare da Carrai

In questa partita Mattarella c’è e forse è la prima volta che Renzi deve vedersela sul serio con l’inquilino del Quirinale. Perché non gli piace Carrai.

In questa partita Sergio Mattarella c’è e forse è la prima volta che Matteo Renzi deve vedersela sul serio con l’inquilino del Quirinale. Il match è quello sulle nomine ai vertici di Polizia, Guardia di Finanza, Marina, servizi segreti, oltre alla poltrona nuova di zecca per l’amico del premier, Marco Carrai, e la sostituzione di Federica Guidi al ministero dello Sviluppo economico. Tutte nomine che dovevano arrivare al Consiglio dei ministri di oggi, ma che invece, salvo imprevisti delll’ultima ora, slitteranno di un’altra settimana. Almeno.

La casella più delicata, sulla quale il Colle si è fatto sentire con maggior forza, è quella della Finanza. Nel Palazzo si racconta che Mattarella abbia mandato avanti il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, per stoppare il nome che avevano in mente Renzi e il fidato Luca Lotti: il generale Giorgio Toschi, in confidenza con entrambi dai tempi in cui il Giglio magico abitava ancora solo in Toscana. Toschi è un generale stimato da tutto il Corpo, ma il suo problema è il fratello Andrea, che era il presidente della chiacchieratissima banca svizzera Arner Bank (il cui conto corrente numero uno era intestato a Silvio Berlusconi) e due anni fa è stato arrestato. La paura del Quirinale è che se il processo Arner finisse male un Toschi comandante generale rischierebbe di attirare sulla Gdf una marea di critiche. Inoltre il generale è ritenuto troppo vicino a Michele Adinolfi, andato in pensione a dicembre e a lungo candidato alla poltrona di comandante, balzato agli onori delle cronache per la famosa intercettazione con Renzi in cui l’allora premier Enrico Letta veniva definito “un incapace”. Mattarella, consigliato dal  generale Rolando Mosca Moschini, anche lui ex finanziere, sponsorizza invece il generale Luciano Carta, un sardo piuttosto rigido e senza scheletri negli armadi. A muoversi per lui è stato  Padoan, al quale la legge affida il compito di designare il capo della Gdf.

POLTRONA DIMEZZATA
Il peso del Colle si sta vedendo anche nella partita sulla nomina di Carrai alla guida della fantomatica struttura che dovrebbe contrastare il cyber crime. In origine doveva essere un’agenzia con le garanzie funzionali dei servizi segreti, ma per l’opposizione silenziosa di Mattarella e dei servizi stessi, spalleggiati dal sottosegretario Marco Minniti, Renzi ha capito che sarebbe stato uno strappo troppo grande. E così Carrai verrà nominato consulente del premier e basta. Per il resto, il quadro nelle ultime ore non è cambiato di molto. Al posto di Giampiero Massolo, alla guida del Dis, potrebbe andare Francesco Paolo Tronca, commissario di Roma. Alla guida della Polizia sembra certo Franco Gabrielli, ex capo del Sisde e della Protezione civile. All’Aise dovrebbe restare Alberto Manenti, all’Aisi è in vantaggio su tutti il numero due, Mario Parente e alla Marina sembra fatta per l’ammiraglio Valter Girardelli, capo di gabinetto della Pinotti.