Scontro giudici-politica. Mattarella contro la guerra tra le istituzioni: “La corruzione dei politici è una cosa grave”

La corruzione dei politici è ancora più grave. Questa volta a parlare non è una "toga rossa", ma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

La corruzione dei politici è ancora più grave. Questa volta a parlare non è una “toga rossa”, ma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Gli attori della politica devono aggiungere la consapevolezza che la corruzione in quell’ambito è più grave, perché nell’impegno politico si assume un duplice dovere di onestà per sè e per i cittadini che si rappresentano”, ha affermato il capo dello Stato all’inaugurazione dell’anno della scuola superiore della magistratura. Affermazioni che si inseriscono nel recente scontro tra il presidente dell’Anm, Piercamillo Davigo, e il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sui “politici che rubano”.

Invito all’equilibrio
“Dobbiamo continuare a spezzare le catene della corruzione che va combattuta senza equivoci e senza timidezze. Occorre una grande alleanza tra forze sane per sviluppare gli anticorpi necessari”, ha aggiunto Mattarella. Nel corso del suo intervento, comunque, ha invitato all’equilibrio. “Vanno rispettati i confini delle proprie attribuzioni, senza cedere alla tentazione di sottrarre spazi di competenza a chi ne ha titolo in base alla Costituzione”. Quindi “il rispetto delle competenze altrui costituisce del resto la migliore garanzia per la tutela delle proprie attribuzioni. L’equilibrio fra i poteri dipende anche dalla capacità di ciascuno di essi di assumersi la responsabilità del proprio agire”, ha ribadito il Presidente.

Al centro del ragionamento non è mancato il riferimento ai tempi dei processi. “Il tempo non è una variabile indipendente. È auspicabile che si affronti con determinazione questo problema”. Da qui l’invito: agli “uffici giudiziari sul piano organizzativo e gestionale” e al “Parlamento e Governo sul piano legislativo e su quello delle risorse ricercando la massima condivisione”. E infine Mattarella ha rilevato: “Le analisi recentemente svolte dal ministero della giustizia inducono a ritenere che una riduzione dei tempi della giustizia non è collegata solo a nuove leggi e investimenti ma anche a una gestione razionale del singolo ufficio”