Terremoto alla Pisana. Il presidente del Consiglio Regionale del Lazio Buschini si dimette dopo la Concorsopoli e l’assunzione di dirigenti e militanti Pd

Dopo la Concorsopoli e l'assunzione di dirigenti e militanti Pd Mauro Buschini si dimette. E in una lettera spiega che fu tutto regolare

Terremoto alla Pisana. Il presidente del Consiglio Regionale del Lazio Buschini si dimette dopo la Concorsopoli e l’assunzione di dirigenti e militanti Pd

“Ho sempre lavorato nel pieno rispetto della legge, delle istituzioni e nella massima trasparenza. Negli ultimi giorni il Consiglio e la mia persona sono state vittime di attacchi e speculazioni politiche”. Così Mauro Buschini, presidente del consiglio regionale del Lazio, annuncia le sue dimissioni, facendo riferimento alla vicenda di assunzioni alla Regione Lazio.

Mauro Buschini: le dimissioni del presidente del Consiglio Regionale del Lazio

Nei giorni scorsi la tranquillità della Pisana è stata scossa dalla vicenda “concorsopoli” sollevata dal Fatto Quotidiano, che aveva espresso dubbi su una prassi riguardo la gestione degli “uomini d’area” nella politica romana. La vicenda prende il via da un concorso di pertinenza del comune di Allumiere che nei mesi scorsi ha consentito l’assunzione a tempo indeterminato in regione ed altri enti pubblici di alcuni membri dello staff e dei consiglieri regionali. Una vicenda che avrebbe creato tensioni e malumori alla Pisana e in via Cristoforo Colombo. La modalità di queste assunzioni seppur formalmente legali, rappresenterebbe una malpratica e potrebbe portare alle dimissioni, oggi appunto, del presidente Buschini e dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale.

Sotto la lente le assunzioni a tempo indeterminato al Consiglio regionale del Lazio di 16 persone attinte da un bando del comune di Allumiere il 18 dicembre. Fra i vincitori del concorso ci sarebbero infatti esponenti del Pd, del Movimento 5 stelle e della Lega. Nella lista degli assunti ci sono proprio due collaboratori del presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini. Poi Matteo Marconi, segretario Pd di Trevignano e Arianna Bellia, assessora di San Cesareo.  Augusta Morini, assessora di Labico, Paco Fracassa, segretario dem di Allumiere, un componente del circolo di Frosinone e tre militanti di Allumiere, Civitavecchia e Roma.

Per non farsi mancare niente arriva pure un collaboratore del vicepresidente del Consiglio in quota Lega, Giuseppe Cangemi. Il 28 dicembre tocca ad altri 8. E qui c’è Guidonia, guidata dal M5s Michel Barbet. È sempre il 28 dicembre quando il grillino assume Marco Palumbo, consigliere dem in Campidoglio, presidente della commissione Trasparenza insieme a Matteo Manunta, collaboratore di Devid Porrello, vicepresidente 5S del Consiglio. Chiude la lista Massimo D’Orazio, assessore di Isola del Liri e altro collaboratore di Buschini.

Buschini: “Mi dimetto, ma le assunzioni sono regolari

“Negli ultimi giorni si è discusso, soprattutto sugli organi di informazione, delle deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale in materia di personale. Che ha portato all’assunzione di nuovi dipendenti nel nostro ente, attraverso lo scorrimento di graduatorie provenienti da concorsi svolti dai comuni. Una procedura che ha rispettato nel suo percorso le norme nella loro interezza”. Lo scrive in una lettera ai consiglieri regionali il presidente del Consiglio del Lazio, Mauro Buschini, annunciando le sue dimissioni dopo il caso “concorsopoli”.

“Pur tuttavia – scrive ancora – ho ritenuto di proporre alla Conferenza dei Capigruppo l’istituzione di una ‘Commissione Trasparenza’, presieduta da un esponente dell’opposizione, che duri fino alla fine della legislatura. E che possa affrontare tutti i temi rispetto ai quali ci sia necessità di approfondimento, a partire dalle assunzioni dei dipendenti. Dopo il percorso di aula, che spero sia molto contenuto nella tempistica, sarà compito del Presidente del Consiglio Regionale, seguendo le indicazioni dei Gruppi Consiliari, nominare i membri della commissione con proprio decreto. Ritengo, a garanzia di totale imparzialità e trasparenza, che a decretare questa commissione ci sia un altro Presidente”.

“Non vivo questa scelta come una resa, né come una azione dettata da impulsività sotto la pressione delle polemiche di questi giorni. Ma come un atto di amore verso questa istituzione, per aiutare a fare chiarezza e garantire prestigio al nostro consiglio ed al nostro lavoro. Sono certo che apprezzerete questo gesto, che ritengo giusto per chi rappresenta e vive le Istituzioni”.