Maxi consulenza di Invitalia per cedere i suoi carrozzoni. In vendita Italia Turismo e un’altra partecipata: se ne occuperà un advisor pagato fior di soldi

Maxi consulenza di Invitalia per cedere i suoi carrozzoni. In vendita Italia Turismo e un'altra partecipata: se ne occuperà un advisor pagato fior di soldi

Un carrozzone che negli ultimi anni nessuno è riuscito a vendere. Ora, però, sulla scena ritorna con prepotenza Italia Turismo, società pubblica dai conti perennemente in rosso, eredità di alberghi e villaggi di Stato nel frattempo diventati un macigno sui conti. Tentar non nuoce, devono essersi detti dalle parti di Invitalia, ex Sviluppo Italia, ex Agenzia di attrazione degli investimenti, o più semplicemente la società del Tesoro guidata da tempo inenarrabile dall’ex dalemiano Domenico Arcuri. La notizia è che proprio Arcuri, qualche giorno fa, ha firmato un bando di gara per dotare Invitalia di un “advisor” che la aiuti a vendere una volta per tutte la controllata Italia Turismo, con la speranza che dentro le cessione si possa infilare anche un’altra controllata, Marina di Portisco Spa, che gestisce un Porto turistico in Sardegna tra Porto Cervo e Porto Rotondo. Peccato che per far questo Invitalia metta in conto di pagare l’advisor fino a 800 mila euro di parcella. Insomma, costi su costi.

Il pacchetto – Nel pacchetto il pezzo più grosso è proprio Italia Turismo. La società negli anni passati è stata tenuta in vita nella speranza che potesse far fruttare investimenti in campo turistico-ricettivo, soprattutto grazie a immobili detenuti in Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Attualmente risulta proprietaria di 8 villaggi turistici in Basilicata, Calabria e Sicilia. Con questa dote, Italia Turismo è andata avanti affittando rami d’azienda alle strutture alberghiere private. Ma i risultati non si sono visti. Dal rosso di 9,4 milioni fatto registrare dal bilancio 2013 si è passati a perdite per 6,4 milioni nel 2014 e 7,1 milioni nel 2015. Ecco perché, per l’ennesima volta, si prova a cedere la società, anche al costo di pagare una salatissima consulenza. Le carte spiegano che il compenso per l’advisor, posto a base d’asta, è di 190 mila euro, di cui 30 mila da versare solo se arriveranno almeno 5 offerte per Italia Turismo.

Non finisce qui – A questa cifra, però, va aggiunta una cosiddetta “success fee”, in pratica una percentuale dell’eventuale incasso finale che si riuscirà a garantire a Invitalia: dallo 0,45% nel caso di cessione per 80-85 milioni di euro fino allo 0,65% nel caso di un incasso oltre i 90 milioni. Per questo, come riportato anche sul bando pubblicato ieri su alcuni giornali, la cifra finale da pagare all’advisor potrà aggirarsi intorno agli 800 mila euro. Vendere Italia Turismo e Marina di Portisco Spa sarebbe anche un modo per liberarsi di consigli di amministrazione e compensi vari, soprattutto per quanto riguarda la seconda società. Alla presidenza di Marina di Portisco, tanto per fare un esempio, troviamo il prefetto Nicola Cavaliere, già vicecapo della Polizia e vicedirettore dell’Aisi (Servizi segreti interni), accreditato di un compenso da 65mila euro (non male, considerando che si tratta di una piccola società pubblica). Ora non resta che aspettare. Gli advisor che vogliono farsi avanti avranno tempo fino al 27 luglio.

Tw: @SSansonetti