Mazzette in Campidoglio per la gestione dei campi nomadi. Arrestati imprenditori e funzionari. Per fermare la corruzione alla Raggi serve una bacchetta magica

Ancora mazzette, coinvolti imprenditori legati alla gestione di cooperative e dipendenti del Campidoglio. L'indagine riguarda la gestione di campi nomadi

Virginia Raggi dovrà utilizzare la bacchetta magica per provare a mettere ordine al Campidoglio. Per il momento non c’è niente da fare contro la corruzione che per anni ha dilagato nella Capitale. Tanto che questa mattina sono arrivati altri sei arresti, quattro con detenzione in carcere, due ai domiciliari e una misura interdittiva, per un giro di mazzette che ha visto coinvolti imprenditori legati alla gestione di cooperative e dipendenti del Comune di Roma in servizio al Dipartimento delle politiche sociali e della salute. L’indagine riguara la gestione di alcuni campi nomadi. I reati ipotizzati dal gip Flavia Costantini sono corruzione, falso in atto pubblico e turbativa d’asta. L’indagine, che non ha alcun collegamento con l’inchiesta su Mafia Capitale, si riferisce a fatti avvenuti tra  la fine del 2013 e marzo 2014.

LE PERSONE COINVOLTE – Custodia cautelare in carcere per gli imprenditori delle coop, Roberto Chierici, Massimo Colangelo, Loris Talone (imprenditore e assessore all’Agricoltura al Comune di Artena) e Salvatore di Maggio  (presidente del Consorzio ‘Alberto Bastiani Onlus). Ai domiciliari il funzionario del Comune di Roma, Alessandra Morgillo e il vigile urbano Eliseo De Luca. Disposta una misura interdittiva per il funzionario Vito Fulco.  Nel procedimento risulta indagata anche Emanuela Salvatori, la funzionaria del Comune che lo scorso novembre è stata condannata a 4 anni di reclusione, in abbreviato, per i suoi affari con il ‘ras’ delle cooperative Salvatore Buzzi.