L’impegno di risparmiare soldi pubblici, prevedendo l’aumento della spesa. Un paradosso sofistico firmato Mef. In che modo? Istituendo una nuova unità di missione, all’interno del ministero dell’Economia e delle finanze, esattamente nella Ragioneria dello Stato, dal costo di 571mila euro all’anno.
DOPPIONE INUTILE. “Così si crea un doppione di organismi che già potrebbero svolgere i compiti indicati per questa struttura”, denuncia il deputato dell’Alternativa, Raffaele Trano, che non esita a parlare di “carrozzone”. Ed è tutto qui il paradosso del decreto Recovery, attualmente all’esame della commissione Bilancio alla Camera: voler tagliare gli sprechi, aumentando gli esborsi statali. L’obiettivo è nobile, certo. Desta perplessità la strategia con cui si punta a perseguirlo.
Nel testo del provvedimento si legge infatti che “per le attività istruttorie e di segreteria del Comitato scientifico e di supporto agli Ispettorati generali, connesse ai processi valutativi e di monitoraggio della spesa è istituita una apposita Unità di missione”. Il compito è tratteggiato in maniera vaga, visto che “svolge anche attività di segreteria tecnica, cui è preposto un dirigente di livello generale e due dirigenti di livello non generale, con corrispondente incremento della dotazione organica dirigenziale”.
Dunque vengono previsti ruoli di primo piano, con una figura apicale e altre due di rilievo a cui saranno affiancate altre unità di personale. Il costo? Un tetto massimo 571.571 mila annui, “a decorrere dall’anno 2022”, entro cui far rientrare la spesa dell’operazione.
ALTRA BUROCRAZIA. Il contenuto del decreto ha sollevato le proteste di alcuni a Montecitorio, anche perché già con il dl Sostegni bis era stato predisposto un piano di assunzioni all’interno della Ragioneria dello Stato. In quel caso era stata predisposta “l’assunzione a tempo indeterminato di cinquanta unità”. “Siamo palesemente di fronte a uno sperpero di risorse pubbliche per un Ministero, quello dell’Economia e delle finanze, che ha più dipendenti tra tutti. Le competenze per quelle mansioni di spending review non mancano di certo”, dice a La Notizia Raphael Raduzzi, parlamentare dell’Alternativa.
“La finalità – aggiunge il parlamentare – è totalmente ipocrita: il governo dice di voler tagliare la spesa, allocando i fondi presso la burocrazia di Stato”. E del resto durante il confronto in commissione alla Camera, sono stati presentati emendamenti per spendere in un altro modo quei soldi, come il sostegno al turismo che è tutto in affanno. “Ma veramente volete controllare la spesa pubblica, aumentandola? Viene messo in piedi un paradosso, uno dei tanti del governo Draghi, il non-sense dei cosiddetti migliori”, incalza Trano, che adombra un sospetto: “L’unità di missione non verrà mai più smantellata”.