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Melissa Greta Marchetto. Essere poliedrici paga

Melissa Greta Marchetto si racconta, dal suo debutto a Deejay TV sino all’approdo a Virgin Radio.

Pubblicato il 14 Dicembre 202314 Dicembre 2023 - Aggiornato il 14 Dicembre 2023 alle 18:12 di Ubaldo Ferrini
Melissa Greta Marchetto. Essere poliedrici paga

Melissa Greta Marchetto si racconta, dal suo debutto a Deejay TV sino all’approdo a Virgin Radio, in un continuo intrecciarsi di esperienze televisive e radiofoniche, con la musica sempre in primo piano.

La tua carriera artistica inizia con Deejay TV. Come sei approdata in quella realtà e con quali modalità?
“Si parla veramente di un sacco di anni fa; una vita fa. Ero giovanissima, frequentavo l’Università a Milano e per arrotondare mi ero iscritta a un’agenzia di spettacolo che mi mandava a fare casting (ne ho fatti un’infinità) per gli spot pubblicitari che, ai tempi, pagavano bene. Avevo studiato recitazione negli anni precedenti, e quindi me la cavavo. Poi un giorno mi chiamò l’agenzia dicendomi che c’era un casting per qualcosa di diverso: non uno spot ma per un programma tv, “Rock Deejay”. Non mi presero ma decisero, comunque, di tenermi per farmi condurre il telegiornale della rete, “Deejay TG”, che ai tempi era sul canale 9. Da lì trascorsi cinque anni nella loro redazione giornalistica e imparai le prime tecniche di conduzione”.

Tra le tue tante esperienze televisive una delle più famose, insieme al Dopo Festival”, è la partecipazione a “Quelli che il calcio” per diverse edizioni. Che ricordi hai di quel programma?
“Bellissimi. Soprattutto all’inizio mi sembrava un parco giochi. Sono finita nel cast con un provino fatto in Rai una settimana dopo che avevo deciso di mollare tutto e fare altro nella vita (Deejay Tv aveva chiuso qualche mese prima ed ero rimasta a casa). L’avevo fatto a cuor leggero e allo stesso modo ho vissuto i primi anni, divertendomi tantissimo con Nicola Savino e la Gialappa’s Band, dove regnava la disciplina ma anche l’improvvisazione e soprattutto l’amore per quello che stavamo facendo. Un gruppo incredibile coordinato dal più grande professionista che abbia incontrato nel mio percorso finora e che non smetterò mai di ringraziare per gli insegnamenti che mi ha trasmesso: Massimo Venier. Detto questo, il primo giorno di diretta ero terrorizzata, eh!”.

Dopo la Rai sei andata a Virgin Radio, due realtà molto diverse tra loro. Come è stato il passaggio?
“È stato un passaggio naturale, un’esigenza professionale. Erano anni che trasmettevo il weekend su Rai Radio2 e volevo fare di più, speravo sempre di riuscire a passare a una trasmissione quotidiana dal lunedì al venerdì e questa opportunità si è concretizzata a Milano grazie a RadioMediaset e a Virgin Radio dove sto imparando più cose da otto mesi a questa parte che in tutti gli altri anni, sia dal punto di vista tecnico che dei contenuti. D’altra parte Virgin Radio richiede una preparazione musicale seria e approfondita. Inoltre, ho a che fare con grandi professionisti, e questo è molto stimolante. Perciò studio tutti i giorni e mi piace tantissimo… d’altronde ho una formazione musicale, e per me la musica è sempre stata il motore di tutto”.

A Virgin sei in onda con Andrea Rock con cui sei molto in sintonia nei dialoghi e nei gusti musicali. Come preparate il programma dietro le quinte?
“Andrea è la prima persona con cui parlo quando mi sveglio. Anzi spesso è lui a svegliarmi. Facciamo una riunione telefonica per decidere gli argomenti da trattare tenendo sempre come punto di riferimento la scaletta musicale fornita dall’ufficio musica, perché la musica per noi è sempre centrale. Ognuno porta delle idee e ci confrontiamo sulle scelte da fare. Raramente entriamo in conflitto, perchè ci ascoltiamo molto. E dire che non ci conoscevamo di persona prima di lavorare insieme. Quindi il processo di conoscenza in questi mesi è stato lento ed è tuttora in atto, ma sono stati mesi in cui è successo di tutto e siamo stati vicini. I rapporti umani con i colleghi per me sono fondamentali!”

Quanti concerti vedi ogni anno e a quale di questi sono legate le tue emozioni più forti?
“Tantissimi. Amo soprattutto i festival. Penso ai Foo Fighters all’Open Air di Gampel nel 2012: potentissimi. Ho fatto andata e ritorno Milano-Svizzera in 12 ore per vederli e l’aerea del festival era enorme e attrezzatissima, un vero paese musicale. I Placebo li ho visti mille volte, l’ultima con una data targata Virgin Radio. Brian Molko è sempre magnetico. E poi la reunion dei Blur al Primavera Sound in un piccolo locale di Madrid, una notte che mai avrei immaginato. Indimenticabile”.

di Ubaldo Ferrini

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